"Oggi l'Europa che conta è a
Kiev. Insieme a Volodymyr Zelensky ci sono Emmanuel Macron,
Donald Tusk, Friedrich Merz, Keir Starmer. C'è chi guida, chi
costruisce alleanze, chi prende rischi. E poi c'è Giorgia
Meloni: che si collega da remoto, lontana fisicamente e
politicamente dal cuore delle decisioni. L'assenza della
presidente del Consiglio non è solo una questione logistica: è
un errore strategico che isola l'Italia e ne indebolisce il
ruolo internazionale". Lo afferma Sandro Gozi, eurodeputato di
Renew Europe e segretario generale del Partito Democratico
Europeo.
"Davanti alla guerra - prosegue Gozi - ci vuole coraggio. E
oggi il coraggio sta a Kiev, non a Roma. Chi si riempie la bocca
di sovranità dovrebbe almeno avere la forza di difenderla dove
conta davvero: nei luoghi dove si scrive il futuro dell'Europa.
Meloni parla di sovranità, ma quando si tratta di esserci
davvero, sparisce; si autoesclude dai vertici in cui l'Europa si
muove; promette protagonismo, ma consegna all'Italia solo
marginalità". "Così facendo, Meloni non rafforza il ruolo
dell'Italia: la mette ai margini della nuova Europa che si sta
scrivendo oggi, a Kiev", conclude Gozi.
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