(di Mattia Bernardo Bagnoli)
Missione altamente simbolica a
Kiev di Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald
Tusk, con annesso vertice della Coalizione dei Volenterosi in
formato ibrido, per dare modo a tutti i partner di partecipare.
Collegata in video anche la premier italiana Giorgia Meloni.
L'Occidente cerca una svolta per forzare la Russia al tavolo
della pace e a quanto pare la trova, concordando un piano in 4
punti che parta da una tregua incondizionata di 30 giorni a
partire da lunedì. Se Mosca non accetta dovrà affrontare nuove e
massicce sanzioni. E stando a Volodymyr Zelensky, Donald Trump -
collegato al telefono nella riunione ristretta coi leader - è
d'accordo. "Abbiamo parlato tutti insieme con il presidente e
abbiamo concordato la nostra visione comune e le nostre
ulteriori azioni congiunte", afferma su X.
La roadmap prevede dunque una cessate il fuoco "totale", nei
cieli, in mare e sulla terraferma, con un monitoraggio garantito
dagli Usa, "per dare una reale possibilità alla diplomazia". In
questo periodo, assicura Zelensky, il lavoro si concentrerà
"sulla definizione delle basi di sicurezza, politiche e
umanitarie per la pace". Il secondo punto prevede "il
rafforzamento delle forze di difesa dell'Ucraina" che al suo
interno dovrebbe comprendere "il contingente di sostegno" in
corso di elaborazione dai Volenterosi; a corollario c'è "il
finanziamento della nostra resilienza in materia di difesa sia
gli investimenti nella produzione di armi in Ucraina, in
progetti congiunti e nei paesi europei". Il terzo elemento del
piano è composto dall'uso efficace dei beni russi congelati e di
discuterne in occasione del prossimo vertice del G7. Quarto e
ultimo, le sanzioni: "Se la Russia rifiuta un cessate il fuoco
completo e incondizionato, devono essere applicate sanzioni più
severe ai suoi settori energetico (petrolio, flotta ombra,
combustibili fossili) e bancario", ammonisce Zelensky.
I 'fantastici 4' hanno esordito postando una fotografia sui
vari profili social mentre si trovavano in una saletta
dell'aeroporto di Rzeszów, in Polonia, prima di salire a bordo
del treno per Kiev. Tavolo bianco, bottiglie d'acqua minerale e
bandiere dei rispettivi Paesi sullo sfondo (più una cartina
della Polonia orientale, dove sta sorgendo lo scudo terrestre
anti Russia East Shield). Giunti nella capitale ucraina, hanno
visitato Maidan ponendo dei ceri al sacrario dei caduti. Poi gli
incontri di lavoro. Nel formato ibrido sono stati coinvolti "più
di 30 Paesi" oltre che i vertici dell'Unione Europea e della
Nato. Giorgia Meloni, nel suo intervento, ha "rinnovato
l'urgenza di un cessate il fuoco totale". La presidente della
Commissione Europea Ursula von der Leyen invece, ricordando che
l'Ue ha già presentato la proposta di un ulteriore pacchetto di
misure restrittive (il 17esimo), si è detta a favore di
sanzionare "anche i consorzi del Nord Stream 2". "L'era dei
combustibili fossili russi in Europa deve finire", ha rimarcato.
Lo show, sulle prime, ha suscitato la rabbia del Cremlino.
Vladimir Putin, ha notato il portavoce Dmitry Peskov, è
"disposto al dialogo" ed è l'Europa a mostrarsi aggressiva. E
poi ha sottolineato come la Russia sia ormai "abituata" alle
sanzioni e sappia benissimo "come fare a ridurne gli effetti".
Più colorito, al solito, l'ex presidente russo e numero due del
Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev. "Macron, Merz,
Starmer e Tusk avrebbero dovuto discutere di pace a Kiev,
invece, stanno lanciando minacce contro la Russia", ha scritto
su X. "O una tregua per dare respiro alle orde banderiste o
nuove sanzioni. Pensate che sia una mossa intelligente, eh?
Infilatevi questi piani di pace nei vostri sederi pangender!",
ha tuonato. In serata, però, Peskov ha usato toni più morbidi.
"Dobbiamo riflettere bene, si tratta di una novità", ha
dichiarato alla Cnn. Con una postilla. "Cercare di esercitare
pressioni su di noi è del tutto inutile".
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