BRUXELLES - "Dopo la guerra, l'Europa giaceva in rovina, ma il suo spirito era intatto. E in tutto il continente, la gente iniziò il silenzioso e dignitoso lavoro di ricostruzione. Non solo con mattoni, ma con speranza. I nomi che costellano queste stanze e questi corridoi - Schuman e Adenaeur, Spaak e De Gasperi, Churchill e Monnet - sono i nomi di uomini che avevano vissuto la guerra. Che avevano seppellito fratelli, perso amici e visto città bruciare. Eppure, scelsero la riconciliazione anziché la vendetta. Scelsero di credere che gli ex nemici potessero diventare partner. Quella cooperazione non era una debolezza, ma una necessità. Dal loro coraggio nacque una nuova Europa". Lo ha detto la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, parlando in aula a Strasburgo in occasione della commemorazione della fine della Seconda Guerra Mondiale.
"Sono passati ottant'anni. Ma la storia non è finita. Ancora una volta, la guerra è tornata in Europa. Ancora una volta, le città vengono bombardate. I civili attaccati. Le famiglie distrutte. Il popolo ucraino sta lottando non solo per la propria terra, ma per la libertà, per la sovranità, per la democrazia. Proprio come un tempo fecero i nostri genitori e i nostri nonni. Questo Parlamento sarà sempre al fianco di chi cerca la pace, contro chi la infrange. Per la libertà e contro la tirannia", ha aggiunto Metsola.
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