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L'Ue fa scudo a Kiev. Svolta di Berlino sulla difesa

L'Ue fa scudo a Kiev. Svolta di Berlino sulla difesa

La Germania a favore di deroghe più ampie al Patto. Pronti a isolare Orban

BRUXELLES, 06 marzo 2025, 07:52

Mattia Bernardo Bagnoli

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L 'Ue fa scudo a Kiev. Svolta di Berlino sulla difesa - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'Ue fa scudo a Kiev. Svolta di Berlino sulla difesa - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - L'Ucraina e la difesa europea. I due temi sono distinti ma intrecciati. Indissolubilmente. I 27 leader Ue a Bruxelles cercheranno allora la quadra per sostenere Kiev sullo stretto percorso verso la pace - alla luce delle piroette pro-russe di Donald Trump - e al contempo rafforzare la postura bellica del Vecchio Mondo. La proposta di Ursula von der Leyen viene vista solo come l'inizio della discussione e già diversi Stati membri, oltre a voler capire i dettagli del piano, chiedono più coraggio. La Germania, in particolare, ha ipotizzato deroghe maggiori al Patto di stabilità rispetto a quanto avanzato dalla Commissione, in pratica un'inversione a U.

Partiamo dall'Ucraina. Ungheria e Slovacchia minacciano di usare il veto per bloccare la parte di conclusioni del vertice che vuole esprimere sostegno, anche militare,a Kiev. Non si tratta questa volta solo di parole. L'alto rappresentante Kaja Kallas ha ad esempio immaginato un piano per fornire in fretta munizioni e missili alle forze armate ucraine con contributi calcolati sulla base del Pil dei vari Paesi. Al momento in 16 (su 27) si sono detti favorevoli. I leader domani ne parleranno e si vedrà se si potrà prendere una decisione al Consiglio Europeo di fine marzo. Aggirando Budapest e Bratislava se necessario. La novità sta in un rinnovato senso di urgenza, estrapolato dai vari summit che si sono susseguiti negli ultimi giorni.

Tutto però va cristallizzato in una posizione comune europea in modo che ci si possa sedere al tavolo con gli americani (ancor prima che i russi) sapendo quali sono i margini di manovra. Perché c'è "malumore" tra gli esclusi dei summit di Parigi e Londra.

L'altro tema è quello delle garanzie di sicurezza. "Senza gli americani non c'è la possibilità di pianificare una missione sul terreno in Ucraina, punto", afferma un'alta fonte diplomatica. Ed è una realtà confermata da molti, a Bruxelles. Il tema dell'invio dei peacekeeper sarà dunque dibattuto dai leader, senza naturalmente entrare nei dettagli proprio perché al momento è "prematuro", nel quadro di quanto "è realmente possibile ottenere". Poi s'inizierà a discutere quale potrà essere il ruolo dell'Ue - "finanziario, politico o altro" - nel caso si arrivi davvero alla "tregua e alla missione con gli scarponi sul terreno". Un altro punto su cui sono tutti d'accordo è che la garanzia di sicurezza più concreta è quella di rendere l'Ucraina "un porcospino d'acciaio" - ovvero armata sino ai denti - in modo che la Russia non la possa più azzannare.

E qui si arriva al capitolo difesa. Per armare l'Ucraina gli Stati europei devono prima armare se stessi e quindi via con la spesa. Berlino, per quanto riguarda l'attivazione della deroga al Patto di stabilità fino all'1,5% per quattro anni, ha detto - a quanto si apprende - che si potrebbe fare di più e per più tempo, per lo shock (in certi casi la soddisfazione) di altri Paesi. Non solo. Lo strumento da 150 miliardi di prestiti viene definito poi come "solo l'inizio" e, se avrà successo, potrà essere rimpolpato con nuovi fondi, tanto che non è nemmeno escluso che si possa arrivare ai sussidi, come per il Covid, invece dei prestiti. Insomma, tutto è in divenire. "Domani si inizierà a scrivere il libro della difesa europea", assicura un'alta fonte europea.

E Orban? Assolutamente a bordo su tutto tranne che sull'Ucraina. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa aspira a mantenere la famiglia unita ma, se necessario, si procederà ad una dichiarazione a 25, senza conclusioni formali. A quel punto si formerà plasticamente una coalizione dei volenterosi all'interno dell'Ue. Perché serve andare veloci.

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