BRUXELLES - "Abbiamo assistito a una comunicazione aggressiva da parte dei legislatori statunitensi e dell'amministrazione Trump che ha preso di mira la nostra regolamentazione tecnologica". Durante la missione conoscitiva di una delegazione della Commissione Mercato interno (Imco) a Washington, e "le discussioni con rappresentanti della società civile e delle imprese è emerso chiaramente che questi attacchi non sono affatto rappresentativi delle opinioni della maggioranza delle parti interessate, ma solo di quelle dei potenti giganti tecnologici della Silicon Valley". Lo dichiara l'eurodeputata verde tedesca Anna Cavazzini, presidente della commissione Imco e capo delegazione al termine della missione nella capitale americana, la prima del Parlamento europeo dall'insediamento dell'amministrazione Trump.
Cavazzini ha accusato le Big Tech Usa di avere un modello di business basato su "un'autoregolamentazione senza scrupoli", "in contrasto con il modo in cui operiamo in Europa", e ha criticato il fatto che gli Stati Uniti abbiano "eliminato tutti i guardrail sulla sicurezza dell'IA" un aspetto "molto preoccupante visto lo sviluppo esponenziale della tecnologia".
La missione a Washington è stata anche un'occasione per "chiarire alcuni malintesi relativi alle nostre normative" come le leggi europee sui mercati digitali (Dma), sui servizi digitali (Dsa) e sull'IA, normative "risultato di un processo democratico", ha spiegato ancora l'eurodeputata, evidenziando "l'ampio consenso sul fatto che non possiamo fare marcia indietro sulle nostre regole digitali, fatte pensando ai cittadini e alle imprese europee e non per compiacere gli oligopoli americani delle Big Tech". "Il mercato unico rimane una delle maggiori opportunità per le aziende statunitensi e che un approccio ostile non giova a nessuna delle due parti" ha concluso, ricordando che "gli Stati membri chiedono già di reagire alle pressioni degli Stati Uniti, sotto forma di misure anti-coercizione o di una tassa digitale".
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