BRUXELLES - Il pacchetto legislativo sui rimpatri allo studio della Commissione Europea "sarà molto ambizioso" e conterrà "obblighi chiari per i rimpatriati", "regole severe per coloro che rappresentano una minaccia per la sicurezza" e un quadro "più coordinato a livello europeo". E' quanto afferma il commissario all'Interno Magnus Brunner alla vigilia della sua visita in Italia. L'esecutivo Ue, assicura, sostiene Roma nella ricerca di "nuovi approcci" sui rimpatri, ad esempio sulla possibile revisione del protocollo con l'Albania.
"L'Italia è un partner molto importante per noi sul tema della migrazione: penso che il governo stia cercando di trovare nuovi modi per garantire che i rimpatri avvengano davvero ed è molto positivo", ha dichiarato Brunner nel corso di un'intervista con l'ANSA. Il commissario incontrerà domani la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e la ministra del Lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone.
Tra i temi sul tavolo proprio la questione dei rimpatri e degli hub (nonché se procedere con l'ipotesi di una "direttiva" o virare sul "regolamento", aspetto squisitamente tecnico che presenta "vantaggi e svantaggi" in entrambi i casi). "Dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni che funzionino nella pratica, ora sto mettendo a punto un quadro giuridico per sostenere i 27 nell'effettuarli in modo efficace, quindi condividiamo pienamente questo obiettivo", ha assicurato.
La questione degli hub - affrontata al consiglio informale in Polonia ma senza che nulla sia stato ancora stilato nero su bianco - è delicata perché ha riflessi importanti sul diritto internazionale. "La Convenzione di Ginevra sancisce il principio di non respingimento, ulteriormente sancito sia dal diritto internazionale che dal diritto dell'Unione europea: senza allontanarsi da questo principio dobbiamo trovare modi efficaci per rimpatriare le persone che non hanno bisogno di protezione, perché è ciò che consente all'Europa di avere un sistema di migrazione sostenibile", spiega.
Ma le leggi rispecchiano i tempi. "Alcuni dei quadri giuridici - evidenzia - sono diventati obsoleti e questa era esattamente la situazione prima che concordassimo il patto sull'asilo e sulla migrazione: con il patto ora abbiamo una base per implementare un sistema equo e solido. E questo vale anche per i rimpatri: le norme attuali sono ferme al 2008 e hanno bisogno di un aggiornamento". C'è poi l'aspetto fondamentale della dimensione esterna, ovvero ciò che accade sulle rotte di migrazione, compreso il rapporto che l'Ue ha con i Paesi terzi.
Donald Trump, ad esempio, ha minacciato d'imporre dazi alle nazioni che non intendevano riprendere i proprio cittadini espulsi. Brunner non prende posizione sullo stile del presidente americano - in generale consiglia di "non reagire ad ogni cosa che proviene da Washington" - ma si dice convinto che l'Ue debba "migliorare nell'uso degli strumenti a sua disposizione per garantire che i nostri interessi siano riflessi nei partenariati internazionali". "La nostra politica dei visti ne è un buon esempio. Più avanti quest'anno - annuncia - presenterò anche la strategia dei visti per garantirne un migliore utilizzo nel suo complesso, anche per quanto riguarda la migrazione".
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