"Il contesto di sicurezza
europeo profondamente cambiato, che colpisce tutti gli Stati
membri in vari modi, richiede il rafforzamento della base
tecnologica e industriale della difesa dell'Ue. A questo
proposito, è necessario che la Bei (Banca europea degli
investimenti) svolga un ruolo più incisivo per far fronte alle
urgenti necessità di investimento dell'Ue". È quanto si legge in
una lettera indirizzata al premier polacco, Donald Tusk, al
presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e alla
presidente della Bei Nadia Calviño, e firmata dai leader di 19
Stati membri, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia
Meloni.
Nel testo si sottolinea la necessità di "intraprendere
un'azione decisiva per rafforzare la preparazione e le capacità
di difesa dell'Europa nel suo complesso e la sua base
industriale di difesa" oltre che le capacità di "affrontare le
minacce ibride, come la messa in sicurezza delle infrastrutture
critiche". In particolare, si chiede alla Bei di "rivalutare
l'elenco delle attività escluse" dalla sua politica di prestiti,
in modo che l'elenco abbia "una portata il più possibile
limitata", per essere più allineata alle "nuove priorità
politiche dell'Ue". I leader suggeriscono inoltre di "adattare
la politica dei prestiti per aumentare il volume dei
finanziamenti disponibili nel settore della sicurezza e della
difesa" e di "esaminare l'emissione di debito a destinazione
vincolata per finanziare progetti di sicurezza e difesa". Oltre
all'Italia, i firmatari della lettera sono Francia, Germania,
Finlandia, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca,
Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi,
Romania, Slovacchia, Spagna e Svezia.
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