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L'Ue lancia la Bussola per la competitività: "Semplificazione e intelligenza artificiale"

L'Ue lancia la Bussola per la competitività: "Semplificazione e intelligenza artificiale"

Dalle gigafabbriche per l'Ia all'azione sui prezzi dell'energia, fino alla preferenza Ue sugli appalti. Vedi l'infografica di Ednh

Bruxelles, 30 gennaio 2025, 16:00

Redazione ANSA

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L 'Ue lancia la Bussola per la competitività: "Semplificazione e intelligenza artificiale" - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'Ue lancia la Bussola per la competitività: "Semplificazione e intelligenza artificiale" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno "shock di semplifiazione", copyright del vicepresidente Stéphane Séjourné, con un taglio della burocrazia fino al 35% per aziende e Pmi, decarbonizzazione e innovazione per colmare il divario con Stati Uniti e Cina puntando molto sull'intelligenza artificiale. Sono i contenuti principali della Bussola per la competitività presentata da Ursula von der Leyen. Un documento che, nella visione della presidente della Commissione europea, "trasforma le eccellenti raccomandazioni del report Draghi in una tabella di marcia". "Ora abbiamo un piano, abbiamo la volontà politica e ciò che conta sono la velocità e l'unità", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Il mondo non ci aspetta, tutti i Paesi membri sono d'accordo, trasformiamo il consenso in azione e l'Europa ha tutto ciò che le serve per avere successo nella corsa verso la vetta", ha aggiunto. "Ma, al contempo, dobbiamo correggere i nostri punti deboli per recuperare competitività", ha scandito la leader tedesca.

Nel documento programmatico per l'era von der Leyen 2.0 l'Ue punta innanzitutto a "riaccendere il suo motore dell'innovazione". Tra le misure spiccano le gigafabbriche dell'Ia "per guidare lo sviluppo e l'adozione industriale dell'Ia in settori chiave". Bruxelles, si legge nel testo, "presenterà piani d'azione per materiali avanzati, tecnologie quantistiche, biotecnologie, robotica e spazio". L'attenzione è rivolta in particolare alle start-up, con una proposta in arrivo anche per il cosiddetto 28esimo regime giuridico che semplificherà le norme in vigore, "compresi gli aspetti rilevanti del diritto societario, dell'insolvenza, del lavoro e del diritto tributario", consentendo alle aziende di "beneficiare di un unico insieme di norme ovunque investano e operino nel mercato unico".

Bruxelles rivede anche i principi della decarbonizzazione: dovrà andare di pari passo con lo sviluppo dell'industria. L'approccio sarà definito nel Clean industrial deal atteso il 26 febbraio, quando arriveranno anche un piano d'azione per abbassare i prezzi elevati e volatili dell'energia e una legge omnibus per tagliare la burocrazia. Misure ad hoc saranno poi disegnate per settori ad alta intensità energetica, come acciaio, metalli e prodotti chimici, settori che, si evidenzia, "sono la spina dorsale del sistema manifatturiero europeo, ma sono i più vulnerabili in questa fase di transizione". Cruciale sarà il taglio della dipendenza da Paesi terzi. 

"L'Europa ha già la rete di accordi commerciali più ampia e in più rapida crescita al mondo, che copre 76 Paesi che rappresentano quasi la metà del commercio dell'Ue" e "per continuare a diversificare e rafforzare le catene di fornitura" intende siglare una "nuova gamma di partenariati per il commercio e gli investimenti puliti" nei settori chiave di "materie prime, energia pulita, carburanti per trasporti sostenibili e tecnologie pulite da tutto il mondo", spiega Bruxelles in un messaggio rivolto anche agli Stati Uniti di Donald Trump. Prevista inoltre la revisione delle norme sugli appalti pubblici: consentirà l'introduzione di una opzione di preferenza europea per settori e tecnologie critici. 

A mancare però al momento sono soprattutto i fondi. Un Fondo per la competitività viene previsto soltanto nel prossimo bilancio pluriennale post-2027 a sostituire "i molteplici strumenti finanziari Ue esistenti con obiettivi simili, fornendo supporto finanziario all'attuazione di azioni nell'ambito dello strumento di coordinamento della competitività".

LA CORSA NELL'IA - Divisa su politiche e fondi, soffocata da una montagna di regolamenti, inseguita dai fantasmi della cibernetica con gli occhi di Stati Uniti e Cina. Nelle cronache dal futuro scritte con l'intelligenza artificiale l'Europa rischia di essere relegata alla stregua di vassalla. Sempre più sotto pressione, Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron cercano di cambiare le regole del gioco per dare al continente una sovranità tecnologica e farlo competere con le ambizioni dello Stargate da 500 miliardi di dollari promesso da Donald Trump e l'improvvisa fuga in avanti della cinese DeepSeek. 

La sfida parte dal maxi-vertice sull'Ia ospitato da Parigi il 10 e l'11 febbraio. Nel primo faccia a faccia dal cambio della guardia a Washington, la leader tedesca e il presidente francese hanno concordato lo schema da seguire: affermare i valori europei e difendere i propri interessi anche dalla minaccia dei dazi. Il nord da seguire, delineato nella bussola sulla competitività, è rappresentato da una svolta industriale e dalla semplificazione normativa. Sulla lista dei buoni propositi contenuti nel documento programmatico che Palazzo Berlaymont ha redatto cercando di raccogliere il monito "agire o morire" di Mario Draghi spiccano le prime "mega fabbriche dell'IA" per potenziare la capacità di calcolo europea, accessibili a start-up e ricercatori.

Finora l'Europa ha brillato soltanto per la sua capacità di regolamentare il rischio, rendendosi pioniera con il Data Act, il Data Governance Act e l'AI Act sui quali tuttavia le sue aziende spesso inciampano. Nessuna capacità invece di sviluppare in-house una propria tecnologia di intelligenza artificiale. L'attrattività del continente passerà poi dalla promessa di de-regulation, con il cosiddetto 28esimo regime per le imprese che renda finalmente facile fare business.

Tra i corridoi Ue la convinzione è ancora quella che l'Europa possa "ritagliarsi uno spazio" giocando la partita "con astuzia". Puntando ad esempio a una infrastruttura tech tutta europea - tra cloud, dati, chip e connettività - e sostenendo i suoi campioni industriali come l'olandese Asml, leader globale nei semiconduttori. Il ritmo finora più lento della nuova regista del tech Ue, la finlandese Henna Virkkunen, rispetto all'esuberante predecessore francese Thierry Breton - protagonista di dure battaglie con Elon Musk - però non conforta.

Washington, spinta dalla potenza della Silicon Valley ostile alle norme Ue, sembra ignorare ogni azione di Bruxelles. E Pechino, forte del controllo delle materie prime (microchip in testa), continua a distanziarsi. È tardi persino per pensare di sviluppare un social media Ue, ha ammesso recentemente Séjourné, continuando invece ad insistere nella battaglia di retroguardia di concentrarsi sul "far rispettare le regole" alle Big Tech, compreso X. Dopo il G7 a guida italiana con l'Ia in cima alle priorità, sarà Parigi a tirare la volata: al Grand Palais a febbraio capi di Stato, aziende, accademici e Ong cercheranno di disegnare insieme la via per una tecnologia sostenibile, orientata al progresso collettivo. L'invito più atteso, quello all'accoppiata Trump-Musk, è già stato recapitato a novembre direttamente da Macron. 

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