L'assemblea parlamentare del
Consiglio d'Europa, nella sua relazione sulle elezioni in
Bielorussia approvata all'unanimità, ha stabilito che non vi
sono i presupposti per riconoscere la legittimità di Alexander
Lukashenko come presidente. Nel report si invitano gli Stati
membri a respingere l'esito delle elezioni del 26 gennaio,
ritenute prive di credibilità e non conformi agli standard
internazionali di democrazia.
L'assemblea sollecita inoltre misure più incisive contro il
regime di Lukashenko, tra cui sanzioni mirate e un maggiore
sostegno alle forze democratiche bielorusse, guidate da
Sviatlana Tsikhanouskaya. Si chiede anche di intensificare le
indagini sulle violazioni dei diritti umani e di facilitare
l'accoglienza dei cittadini bielorussi in fuga dal regime.
In Bielorussia, ha ricordato la rappresentante della
delegazione delle forze democratiche dell'ex repubblica
sovietica, Angelika Melnikova, ci sono "oltre 1.200 prigionieri
politici, almeno sette dei quali sono stati torturati a morte".
"Tutti gli undici partiti di opposizione sono stati messi fuori
legge, più di 1.800 ong e tutti i media indipendenti sono stati
liquidati e che almeno 300mila bielorussi sono stati costretti
all'esilio", ha evidenziato.
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