Per la prima volta al mondo al Policlinico di Modena è stato
eseguito un trapianto di emifegato con una procedura
completamente robotizzata. A farlo sapere, riportando
l'intervento eseguito lo scorso 15 febbraio su un uomo di 62
anni affetto da un grave tumore al fegato, è la Regione Emilia
Romagna.
"Esempi come questo - commentano il presidente Michele De
Pascale e l'assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi
- dimostrano l'importanza di un intero sistema fatto di
professionisti di straordinarie competenze e di una ricerca che
non si ferma mai". Il 62enne destinatario del trapianto sta bene
ed è stato dimesso cinque giorni dopo l'intervento.
"Abbiamo avviato il programma di approccio robotico per il
trapianto di fegato da un anno - spiega il professor Fabrizio
Di Benedetto, professore ordinario di Unimore e direttore della
Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di
Fegato dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena -
eseguendo il terzo caso al mondo di trapianto di fegato intero,
e ad oggi questa tecnica rappresenta già circa il 10% della
nostra attività. Ci aspettiamo di confermare i benefici ottenuti
dalla chirurgia mini-invasiva anche nell'ambito dei trapianti,
riducendo la degenza ospedaliera e migliorando la ripresa
post-operatoria dei pazienti".
Il trapianto di fegato con tecnica split, aggiunge ancora la
Regione Emilia Romagna, permette di ottenere da un fegato intero
un segmento laterale sinistro per un ricevente pediatrico ed un
lobo destro allargato per un ricevente adulto. Lo sviluppo di
questa tecnica è stato reso possibile dall'esperienza con la
chirurgia robotica del gruppo diretto proprio dal professor
Fabrizio Di Benedetto, che ha implementato l'uso di questa
tecnologia sia nel campo della chirurgia oncologica del fegato,
del pancreas e delle vie biliari, sia nel trapianto di fegato da
donatore vivente.
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