BOLOGNA, 19 APR - Al carcere minorile del 'Pratello' "si respirava un clima di tensione palpabile già da alcune settimane e alla luce di quanto accaduto bisogna constatare che non sono stati posti in essere adeguati interventi tali da riuscire a stemperare questa situazione di tensione". Così, raggiunto dall'ANSA, il Garante per i diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna, Antonio Ianniello, ha commentato quanto accaduto nelle ultime ore nell'istituto penale minorile emiliano dove alcuni ragazzi si sarebbero rifiutati di rientrare in cella per contestare i trasferimenti in corso.
"Dal pomeriggio di ieri - racconta - c'è stata una forte tensione e sette ragazzi si sono asserragliati nelle celle. Stamane si dovevano effettuare i trasferimenti verso altre sedi penitenziarie di alcuni ragazzi coinvolti in questo in questo, evento critico", prosegue. Dopo che, in mattinata, "uno dei ragazzi è uscito dalla cella e sono state avviate le le operazioni per il suo trasferimento - aggiunge Ianniello - gli altri sei, tra cui almeno un minorenne si sono opposti a quelli che dovevano essere i loro trasferimenti" asserragliandosi in cella. A quanto appreso dal Garante dei detenuti bolognese - rimasto all'ingresso dell'istituto per motivi di sicurezza - nel tardo pomeriggio - dopo tentativi di mediazione con i giovani asserragliati nelle celle con armadietti e reti posizionati davanti alle porte - sarebbe entrato in azione il Gruppo di intervento operativo arrivato da Roma, sbloccando la situazione e permettendo il trasferimento di alcuni dei ragazzi- A quanto riferito il giovane uscito al mattino sarebbe stato trasferito a Reggio Emilia; uno all'Istituto Penale per i Minorenni di Roma; un ragazzo a Modena e uno nella sezione minorile del carcere felsineo della Dozza.
Sabato mattina Simona Larghetti, capogruppo in Regione di Alleanza Verdi Sinistra, ha provato ad accedere alla struttura per un sopralluogo. "Accesso che mi è stato negato", spiega all'ANSA. La situazione, sottolinea, è tutt'altro che rientrata, come risultava in un primo momento ieri sera. "Siamo molto preoccupati - dice Larghetti - perché sui giovani si sta consumando una guerra ideologica che cerca di alzare la tensione in tutte le maniere, si usa solo la forza, si abbandonano i percorsi riabilitativi e si procede con i vecchi metodi".
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