BOLOGNA, 29 GEN - Nel 2023 gli emiliano-romagnoli hanno giocato d'azzardo 9,5 miliardi, l'80% dei costi sostenuti per nutrirsi, e ne hanno persi 1,53, il reddito netto di 100mila lavoratori. La loro spesa è cresciuta del 6,9% sul 2022. Ogni maggiorenne si gioca, tra fisico e online, 2.509,72 euro, contro i 2.996,33 della media italiana. Ma ci sono comuni dove le scommesse esplodono. A partire da Zola Predosa e Calderara di Reno, che nell'azzardo online sono rispettivamente il terzo (7.837 euro pro capite) e il sesto (5.512) comune italiano sopra i diecimila abitanti in una classifica dominata dal centro-sud. Due comuni in piena Città metropolitana di Bologna, definiti "un cuore nero al centro della regione" dal report 'Pane e azzardo 2: numeri e problemi in Emilia-Romagna', curato da Cgil, Federconsumatori, Campagna Mettiamoci in gioco e Fondazione Isscon e presentato oggi a Bologna.
A trainare i numeri di Zola e Calderara è un gioco online che si chiama Betting Exchange, in cui gli stessi giocatori fanno da banco: a livello regionale pesa il 4,2% dell'online, mentre a Zola e Calderara segna rispettivamente il 47% e il 78%. Ma l'intero gioco online cresce senza freni e ormai ha quasi raggiunto quello fisico: si parla di oltre 4,4 miliardi, circa il triplo del 2018. I conti attivi in Emilia-Romagna sono quasi 890mila, ciascuno scommette 420 euro al mese.
L'allarme per i giochi da remoto è duplice. Da un lato, poter giocare a qualsiasi ora rischia di fare ancora più danni alle persone. Dall'altro, il timore è che i dati sull'online siano il campanello di flussi di riciclaggio dei proventi di attività illecite. Questo anche grazie al fatto che il banco online è particolarmente generoso coi giocatori: trattiene il 5% della spesa, contro il 25-26% del fisico. E proprio il Betting Exchange "è una modalità di gioco considerata tra le più infiltrabili dalla commissione antimafia", rileva Massimo Masetti di Avviso pubblico. "La Città metropolitana di Bologna è tutta dentro una crisi d'azzardo", si legge nel report. La stessa valutazione viene data per le province di Reggio Emilia e Modena, anch'esse in una "crisi acuta".
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