Si è attestato a 16,1 miliardi il
valore delle esportazioni dei distretti industriali
dell'Emilia-Romagna nei primi nove mesi del 2024. E' quanto
emerge dall'analisi periodica curata dal dipartimento ricerche
di Intesa Sanpaolo secondo cui il periodo gennaio-settembre 2024
ha registrato un calo dell'1,5% rispetto al 2023, con una minore
contrazione, pari allo 0,4% nel terzo trimestre.
Scorrendo i numeri della ricerca, la meccanica, "settore di
punta della regione per valore dell'export, ha subito una
contrazione del 3,7% tuttavia - viene evidenziato - le
prospettive del comparto sono di moderato recupero, favorito
dalla possibile riduzione dei tassi di interesse che dovrebbe
stimolare in Europa gli investimenti nella doppia transizione
green e digitale".
Tra i diversi settori, spiega lo studio, quello
agro-alimentare si conferma un punto di forza per l'economia
regionale, con una crescita robusta (+7,2%) sostenuta
dall'eccellenza dei prodotti e dalla diversificazione
geografica" e segnali di ripresa arrivano dal "sistema casa, che
riduce il calo complessivo del 2,4% nei primi nove mesi, grazie
a un terzo trimestre positivo (+1,4%)" mentre sistema moda
"continua a mostrare segnali di difficoltà: l'abbigliamento di
Rimini ha registrato una riduzione limitata dell'1,1%, la
maglieria e abbigliamento di Carpi ha segnato un calo del 12,2%,
mentre le calzature di San Mauro Pascoli una contrazione del
20,3%".
Sul fronte dei poli tecnologici, questi hanno mantenuto una
sostanziale stabilità (+0,2%), trainati dalla crescita dei
biomedicali (+9% a Mirandola e +0,6% a Bologna), ma penalizzati
dal calo dell'ICT (-6,8%).
Guardando ai mercati quelli maturi hanno registrato una
contrazione complessiva dell'1,7%: la Francia ha segnato una
flessione del 5,7%, la Germania del 4,2% e il Regno Unito del
6,4% mentre ci sono segnali positivi da Stati Uniti (+4,9%) e
Spagna (+2,9%). I mercati emergenti, pur registrando una
contrazione complessiva dell'1,1%, presentano alcuni casi di
crescita notevole come il Messico (+33,2%), il Brasile (+18,1%)
e la Turchia (+2,9%). Arretrano invece Cina (-9,9%) e India
(-21,1%) .
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