L'Udi (Unione donne italiane) di Bologna si costituirà parte civile nel processo contro Giampaolo Amato, il medico imputato "per il femminicidio di Isabella Linsalata e Giulia Tateo per sottolineare che Amato ha voluto cancellare l'esistenza della moglie e della suocera privandole della vita e così attuando la più grave ed estrema forma di violenza maschile contro le donne". Lo dice l'avvocata Rossella Mariuz, che rappresenta l'associazione a difesa delle donne.
"Non ci sono - prosegue - femminicidi più gravi o meno gravi, ogni donna ha uguali diritti, come il diritto all'incolumità e alla vita si pongono indiscutibilmente sullo stesso piano per tutte. Le motivazioni del femminicidio accomunano ancora una volta le vittime, il desiderio del loro carnefice di costituirsi artefice della loro vita e finanche della loro morte, impunemente. Anche se i femminicidi di Isabella e Giulia non sono stati consumati con modalità repentine e cruente, inferendo fendenti, ma attuando un piano a lungo termine insidioso e letale, Udi intende costituirsi per affermare il diritto delle donne di essere libere dalla violenza".
Al momento non risulta che altre associazioni intendano costituirsi nel processo al via mercoledì in Corte di assise a Bologna e neppure il Comune pare intenzionato a farlo. L'Ausl si costituirà parte civile in relazione al peculato contestato ad Amato, accusato di aver ucciso moglie e suocera con un mix di farmaci.
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