"L'anno scorso ho guadagnato 200mila euro puliti", e ancora "oggi non sono riuscito neanche a mangiare da quante telefonate ricevo dai clienti". Sono alcune frasi, pronunciate da spacciatori, intercettate dai carabinieri di Bologna nella operazione 'Caserme Rosse', con la quale è stata smantellata una organizzazione che gestiva una importante fetta del mercato della droga (cocaina e hascisc) in città.
All'alba, in un blitz che ha visto l'impiego di 50 militari, sono scattate 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal Gip Domenico Truppa, a carico di 11 delle 21 persone indagate, nell'inchiesta coordinata dai pm Luca Venturi e Flavio Lazzarini. Di questi, otto rispondono di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Cinque sono stati arrestati, tre erano già detenuti per altre vicende e tre sono ricercati. Si tratta di cittadini marocchini residenti in Italia, tutti già noti alle forze dell'ordine. Al vertice c'era un 48enne che abita con la famiglia in zona San Donato. Sotto di lui operava una serie di 'capizona', figure intermedie spesso con un lavoro di copertura, che distribuivano lo stupefacente agli spacciatori di strada, ai quali veniva fornito una sorta di 'portafoglio clienti'.
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