Il padre di Saman, in
Pakistan e lo zio di Saman rimasto in Italia, si sentirono al
telefono, i primi di giorni di maggio 2021, dopo la scomparsa
della ragazza di Novellara. Della telefonata ha riferito il
fratello della ragazza, nel proseguimento della sua audizione in
Corte di assise a Reggio Emilia, rispondendo alle domande
dell'avvocato Liborio Cataliotti, difensore dello zio, Danish
Hasnain, uno dei cinque imputati per l'omicidio.
La telefonata avvenne dopo una perquisizione, con il
sequestro dei telefoni. "Mio zio disse: 'adesso noi scappiamo,
perché ci hanno preso i telefoni, si sono accorti'. Ma papà - ha
aggiunto il giovane testimone - disse 'dovete stare lì, perché
altrimenti penseranno che è davvero successo qualcosa'. Ma mio
zio rispose: "Non possiamo stare qui, tu sei scappato in
Pakistan, non hai problemi. Se prendono qualcuno, prendono noi".
A quel punto il fratello di Saman partì insieme allo zio: in
bicicletta verso Gonzaga, poi in treno per Modena, quindi Como,
dove passarono la notte a casa di un conoscente. Quindi in
viaggio per Imperia poi si ritrovarono anche con i due cugini
imputati dove furono controllati e il ragazzo, all'epoca
minorenne, fu portato in Questura e poi trasferito in una
comunità. Lo zio invece riuscì a lasciare l'Italia insieme ai
cugini e i tre furono arrestati nei mesi successivi tra Francia
e Spagna.
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