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Mille anni o giù di lì, al Teatro delle Moline di Bologna

Mille anni o giù di lì, al Teatro delle Moline di Bologna

Dal 27 aprile il racconto del Petrolchimico di Ravenna

BOLOGNA, 26 aprile 2023, 14:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dall'incontro del co-fondatore di Teatro delle Albe Luigi Dadina con il fumettista Davide Reviati e il musicista Francesco Giampaoli è nato Mille anni o giù di lì, in scena al Teatro delle Moline di Bologna dal 27 a 30 aprile. Lo spettacolo narra del Villaggio Anic, lo stabilimento petrolchimico di Ravenna, a cui i tre artisti sono legati per storia famigliare. Ad accompagnare il racconto è la voce dell'attrice Elena Bucci.
    La vicenda si svolge in sei giorni, dal 15 al 20 agosto 2022.
    Un uomo (Luigi Dadina), chiuso in una stanza e seduto dietro a un tavolo, trascorre le sue giornate registrando quel che accade, ricorda e immagina. Fuori dalla grande finestra alle sue spalle, si staglia una periferia di palazzine tutte uguali: è il Villaggio Anic, ormai vuoto, automatizzato, inaccessibile, sebbene continui a dare al cielo il suo fumo. L'uomo straparla di mescalina e di viaggi, quelli di una generazione segnata dall'eroina, e tiene le fila di una narrazione per immagini, realizzate da Reviati, intrecciate a una voce femminile (quella di Elena Bucci), che evoca orizzonti di libertà. L'atmosfera è completata dalla presenza, nell'ombra, di Francesco Giampaoli, che scompagina e anima il racconto suonando il basso.
    Nel suo farneticare, il protagonista vagheggia di "madri", progenitrici di "una goccia di sangue nomade", si legge nelle note di regia: il riferimento è alle poetesse zingare Bronislawa Wajs e Mariella Mehr, le cui parole evocano di antichi popoli in continuo nomadismo.
    La stanza a un certo punto viene pervasa dai video delle tavole di Reviati, rappresentanti una natura ricca di animali selvatici, lupi, bambini scomparsi, zingare che predicono il futuro; nel frattempo, un'oscura presenza, là fuori, sembra aver preso il sopravvento sui vicini di casa, rendendoli sempre più schiavi di una vita in cui anche i desideri più intimi vengono decisi dall'arrivo e dalla partenza di strani camion, in quelle calde giornate estive. L'uomo si arresta quando il solco tra realtà e delirio sembra ormai chiuso.
   

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