Si potrebbero scomodare
Shakespeare ('Tanto rumore per nulla') e Baudelaire ('Un'oasi di
orrore in un deserto di noia') per descrivere il clima che ha
caratterizzato l'apertura della stagione lirica, ieri sera, del
Teatro Comunale di Bologna, avvenuta con l'opera 'Il ratto del
serraglio' di Mozart nell'allestimento, atteso e già molto
discusso prima ancora d'esser visto, dell'austriaco Martin
Kusej.
Kusej (sostituito dal suo assistente Herbert Stoeger),
conosciuto per il suo teatro radicale e provocatorio, ha
spostato l'azione negli anni venti del '900 mettendoci dentro
però la bandiera e i tagliagole dell'Isis e cambiando il finale
dell'opera con il sanguinario Osmin, luogotenente del magnanimo
Pascià Selim, che disattende gli ordini del suo capo, taglia le
teste ai 4 protagonisti prigionieri e gliele getta ai piedi.
Questa scena era stata eliminata nel 2015, quando lo spettacolo
debuttò al Festival di Aix en Provence, in quanto ancora aperta
e sanguinante la ferita della strage a Charlie Hebdo.
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