(Di Leonardo Nesti) Sono passati dodici anni da quando un commando delle nuove Brigate rosse uccise Marco Biagi, sotto casa sua nel centro di Bologna.
Eppure, in dodici anni, il dibattito sul mercato del lavoro in Italia, al quale Biagi dette un contributo importantissimo, di passi avanti sembra averne fatti pochi.
E' anche per questo che la cerimonia di quest'anno, dopo l'annuncio del governo di riformare il mercato del lavoro con il 'jobs act', ha assunto un significato particolarmente attuale.
Lo ha ricordato, nella cerimonia che gli ha dedicato la sua città, il sindaco di Bologna Virginio Merola. Ma lo ha ricordato anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti che ne ha parlato alla Camera in un convegno dedicato proprio alla memoria del giuslavorista ucciso nel 2002.
"Chi dice che con la norma sui contratti a termine si produce un disastro - ha detto Poletti - mi chiedo dove stava nei mesi di ottobre, novembre, dicembre 2013, quando il 68% degli avviamenti al lavoro è stato con contratti a termine".
Secondo il sindaco di Bologna, Virginio Merola, è anche per questo che l'insegnamento di Marco Biagi è particolarmente attuale. "Il perdurare della crisi - ha detto - impone un ragionamento su come riaprire una prospettiva di lavoro per i nostri giovani. Le riforme che il governo ha annunciato esprimono quella necessità di coraggio che serve per dare risposte concrete. Noi siamo ancora orfani di un esempio di coraggio. Il coraggio che tutti oggi riconosciamo come l'ingrediente determinante per fare le riforme necessarie a cominciare da quelle del mercato del lavoro".
Le tante iniziative che si susseguono per ricordarlo, ha detto il sindaco "è il modo che abbiamo per essere consapevoli che dobbiamo ritrovare la forza e il coraggio di combattere per i nostri diritti e e le riforme necessarie per affermarli". Dopo che nei giorni scorsi Marco Biagi era stato ricordato, con un convegno, dall'Università di Modena, quella dove insegnava, e con il premio che ogni anno il Resto del Carlino dedica alle associazioni che si distinguono nella solidarietà sociale, Bologna ha tenuto viva la memoria con una cerimonia semplice.
Presenti, con la solita riservatissima discrezione, anche i familiari: la moglie Marina, la sorella Francesca ed il figlio Lorenzo.
Il ricordo di Biagi è stato affidato, invece, a due colleghi giuslavoristi ed amici. Gian Guido Balandi, docente all'Università di Ferrara, ne ha tracciato un ricordo intimo, dalla gioventù accademica al fianco di Federico Mancini, alle passeggiate in montagna fino alla sua passione per la bicicletta e il fortissimo legame con la famiglia.
"La sua eredità - ha ricordato invece Alan Neal, dell'Università di Warwick - è un approccio di analisi, critica e provocazione che è ancora attuale. Lo ricordo come una persona con la gioia nel cuore, aperta e generosa, che era sempre ansioso di far conoscere, soprattutto agli stranieri come me, le bellezze, il cibo e la cultura della sua città".
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