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Mostre, a Perugia Afro, Burri e Capogrossi a confronto

Mostre, a Perugia Afro, Burri e Capogrossi a confronto

Fino al 6 luglio 'ABC' a Palazzo della Penna

PERUGIA, 17 aprile 2025, 17:20

Redazione ANSA

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È rappresentativa di un "alfabeto senza parole" l'esposizione "ABC" che - a Perugia - mette a confronto il percorso creativo di tre protagonisti del secondo Novecento e dell'Informale italiano, Afro, Burri e Capogrossi, indagando il passaggio dalla figurazione all'astrazione. Dal 18 aprile al 6 luglio Palazzo della Penna - Centro per le arti contemporanee ospita più di cento opere tra quelle di Afro Basaldella (1912-1976), Alberto Burri (1915-1995) e Giuseppe Capogrossi (1900-1972).
    L'esposizione, curata da Luca Pietro Nicoletti e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, è prodotta e organizzata da Comune di Perugia e Magonza, che cura il catalogo, con la partecipazione della Fondazione Archivio Afro, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Fondazione Archivio Capogrossi.
    Mostra che si concentra - attraverso opere provenienti dalla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, l'Accademia di Belle Arti di Perugia, le Fondazioni e gli archivi degli artisti e numerosi prestatori privati - sul momento di svolta stilistica che vide i tre artisti superare le ricerche figurative degli anni Trenta e Quaranta per seguire, nei primi anni Cinquanta, una individualità formale di respiro internazionale.
    In passato i tre sono già stati accostati - è stato spiegato nel corso dell'anteprima per la stampa - ma mai con uno sguardo, nuovo e inedito, per far vedere chiaramente le origini comuni.
    Per Marco Pierini, vicesindaco di Perugia e assessore comunale alle Politiche culturali, "con 'ABC' Palazzo della Penna riafferma la sua vocazione, recentemente ritrovata, di Centro per le arti contemporanee, e lo fa riportando in città il maggiore artista umbro del Novecento, Burri, assieme ad Afro e Capogrossi, raccontando quel delicato momento del secondo dopoguerra durante il quale molti artisti svilupparono l'esigenza di superare la figurazione e cimentarsi con le svariate ricerche dell'Informale".
    Una mostra che, come ha sottolineato il curatore Nicoletti, mette insieme tre grandi maestri del Novecento di età diverse ma che hanno vissuto lo stesso clima culturale, quello che ha portato i loro lavori a diventare sempre più astratti. Oltre una concomitanza cronologica delle rispettive conversioni a un linguaggio di segno e materia, ad accomunare Afro, Burri e Capogrossi fu pure la loro presenza attiva a Roma, luogo di incontri e trampolino di lancio verso la scena internazionale perché punto di snodo fondamentale per quelle indagini che li porteranno ad indagare i modelli francesi e americani.
    "È persino troppo facile giocare con il titolo di questa mostra - ha osservato anche la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, commentando la mostra - tuttavia è innegabile che oggi Palazzo della Penna riparta proprio dall'ABC, dalle fondamenta della sua recente storia museale. Perugia torna a riaffermare la sua voglia di contemporaneità e il Centro museale riprende a dialogare con il sistema dell'arte nazionale e internazionale". E così dopo il successo dell'esposizione dedicata a Dorothea Lange, con quasi 8000 visitatori e più di 400 cataloghi venduti, adesso questo spazio per l'arte contemporanea, evidenzia Ferdinandi, "si sofferma su un momento storico pieno di fermento, riportando Burri in città e mettendolo a confronto con due compagni di avventura di straordinario profilo".
   

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