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Importatore a Vinitaly, 'dazio è universale, impatta su tutti'

Importatore a Vinitaly, 'dazio è universale, impatta su tutti'

Aumentano prezzi al consumo ma oltre soglia si va fuori mercato

VERONA, 06 aprile 2025, 17:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"In tempi di incertezza economica, i consumatori tendono ad essere più oculati: spendono meno, evitano i beni di lusso e vanno meno spesso al ristorante. Ma per capire davvero cosa sta accadendo, bisogna guardare oltre il vino: il concetto di 'dazio universale' sta impattando l'intera catena di fornitura, la globalizzazione e il mondo del business nella sua totalità", afferma Charles Lazara, Ceo di Volio, commentando a Vinitaly i dazi annunciati dal presidente Usa Trump. "Negli Stati Uniti - precisa il giovane importatore di vini made in Italy - operiamo con un sistema a tre livelli: gli importatori come noi pagano i dazi doganali all'arrivo del vino, costi che ricadono interamente sulle aziende americane, a causa della normativa sull'alcol. Il dazio non viene semplicemente trasferito, ma si accumula lungo la filiera. Questo costo viene addebitato ai distributori, che aggiungono il loro margine, e lo stesso fanno i rivenditori e i ristoratori. Questo significa che ogni dollaro di dazio diventa molto di più al momento dell'acquisto finale", spiega. "Il risultato è un inevitabile aumento dei prezzi al consumo. E il problema è che il consumatore americano, pur curioso e aperto alle novità, è molto più fedele - sottolinea - a una fascia di prezzo che a un'etichetta. Se il loro vino preferito supera quella soglia, non lo seguiranno: cercheranno qualcosa di nuovo che rientri nel budget", conclude Lazara.
   

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