Lo consumano, lo comprano, lo
regalano ma spesso senza conoscerlo davvero. È il rapporto che
hanno i giovani con il vino, come emerge da una ricerca
presentata al Vinitaly dall'Associazione nazionale Le Donne del
Vino, che ha messo in evidenza le connessioni tra gusto e mente.
Secondo un'indagine, dell'Università Iulm di Milano, la
Generazione Z è affascinata dal mondo del vino ma con competenze
ancora limitate (2,99 punti su 6). Il rosso è preferito (40,8%)
al bianco (38%), con consumi soprattutto al ristorante (61,1%) e
a casa (62%). Le motivazioni di acquisto sono legate alla
socialità: feste (19%), momenti con amici e famiglia (18,2%),
regali e weekend. La fascia di prezzo più gettonata è tra i 10
ei 25 euro e i canali principali restano i supermercati,
ristoranti e locali.
L'acquisto è guidato da esperienza personale (20,2%),
passaparola (19,5%) e prezzo (19,4%), mentre etichetta,
packaging e sostenibilità contano meno. Anche l'aspetto
simbolico è ridimensionato: il vino 'non fa status', con
punteggi bassi alle affermazioni 'mi fa sentire potente' o
'aumenta il mio prestigio sociale'.
"I giovani non sono consumatori da intercettare ma persone da
comprendere, con le loro emozioni, aspettative e valori - ha
detto il presidente dell'Associazione, Daniela Mastroberardino -
sono curiosi, sensibili e molto più consapevoli di quanto si
creda: non cerca solo un buon prodotto, ma un'esperienza, un
racconto, un senso". L'evento 'Wine Tricks' ha voluto mostrare
quanto la mente influenza le scelte e come la conoscenza del
funzionamento del cervello possa aiutare il mondo del vino a
comunicare in modo più empatico ed efficace. Dall'esperimento di
eye-tracking live, con le reazioni neurologiche di un volontario
davanti a uno scaffale virtuale, al test Super Tester o Low
Tester per misurare la sensibilità gustativa, fino a
un'illusione sensoriale sulla differenza tra ciò che si sente e
ciò che si percepisce, tutto ha contribuito a mostrare quanto le
scelte di consumo siano guidate da processi spesso inconsci.
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