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Unione vini, per avere listini pre-dazi sacrificio da 320milioni

Unione vini, per avere listini pre-dazi sacrificio da 320milioni

Frescobaldi: 'Distributori Usa non vogliono condividere tariffe'

ROMA, 06 aprile 2025, 17:27

Redazione ANSA

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È di "323 milioni di euro l'anno il sacrificio che la catena commerciale, dai produttori agli importatori ai distributori, deve assumersi per garantire i listini pre-dazi nei punti vendita, che riguarda 480 milioni di bottiglie spedite oltreoceano". Sarebbe infatti pericoloso, afferma l'Unione italiani vini (Uiv), uscire con i prezzi al consumo maggiorati del 20%.
    Dalla 57/a edizione di Vinitay che si è aperta oggi a Verona Fiere arriva l'allarme del presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi su quanto si sta creando sul mercato dopo i dazi Usa, lanciando un messaggio alle imprese: "Non devono cedere, il 'sacrificio' deve essere comune". Intanto, riferisce il presidente Uiv "dagli Stati Uniti arrivano le prime lettere dei distributori non disposti ad accettare alcun sovraprezzo sui nostri vini. Allo stato attuale si sta evidenziando una bagarre su chi dovrà assumersi l'onere dei minori ricavi per assicurare la stabilità dei prezzi al consumo, le imprese italiane non devono cedere ma imporre la propria forza commerciale su un prodotto che arricchisce in primis la catena commerciale statunitense". "Uiv ritiene che tutta la catena, dalla produzione al punto vendita, debba sacrificare parte dei ricavi per garantire listini invariati al punto vendita, pena l'uscita dal mercato di tante realtà del nostro settore". "Uiv - conclude Frescobaldi -confida che il Governo italiano possa rappresentare in sede europea le ragioni del settore e promuova la strada del dialogo e della trattativa. Bisogna inoltre evitare che si ripeta l'esperienza subita nel 2020 dai vini francesi, che a fronte di tariffe extra del 25% ha visto calare il proprio business del 28% in valore.
    Per questo siamo a disposizione del Governo anche per descrivere nei dettagli le dinamiche che si stanno venendo a creare lungo la catena commerciale".
    I vini d'importazione, a partire da quelli italiani che nel 2024 hanno registrato vendite per quasi 2 miliardi di euro, sono protagonisti di un effetto moltiplicatore sull'economia americana, che monetizza 4,5 dollari per ogni dollaro speso. Gli Usa valgono il 24% del totale export dei vini italiani e il notro è il Paese produttore europeo maggiormente esposto, a fronte della Francia al 20% e la Spagna all'11%.
   

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