SlowFood pubblica l'edizione 2023
della Guida alle Birre d'Italia. Tra le novità, una ricca
sezione che esce dai confini stretti del mondo brassicolo e
guarda al sidro, mappando i migliori produttori di fermentati di
mela e di pera.
Importante il numero delle birre descritte, 2346, prodotte da
456 birrifici dei quali 38 hanno ottenuto il riconoscimento
della chiocciola, mentre 80 hanno conseguito l'eccellenza. 651,
infine, le etichette premiate mentre 700 sono i locali
consigliati per di bere e acquistare birre artigianali. 90 i
collaboratori nella squadra di degustazione e scouting che hanno
realizzato la guida, sovrintesa da Luca Giaccone ed Eugenio
Signoroni in qualità di curatori: uno strumento utile agli
esperti e addetti ai lavori, ma interessante per la sterminata
platea di appassionati e beer-lovers. La comprensione è
facilitata da un'ampia gamma di descrittori, che nel libro
parlano ad esempio di birre caratterizzate da impronte maltate,
dolci, luppolate, erbacee, floreali, fruttate, speziate, amare,
tostate e quant'altro. La guida indaga, ovviamente, l'intero
ambito nazionale, marcando eccellenze soprattutto in Trentino,
Alto Adige Südtirol, Valle d'Aosta e Piemonte, ma anche
Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, fino a scendere in Toscana o
in Puglia.
Il rapporto tra la birra e il cibo è di evidente
trasformazione e all'insegna di uno scambio di ruoli con le
tradizionali dinamiche di pairing, ovvero l'abbinamento del bere
con il cibo: mentre vino - e anche bolle francesi - entrano in
quello che un tempo era il feudo delle birre, ovvero la
pizzeria, sta accadendo il contrario nei ristoranti, dove
l'abbinamento del luppolo a tutto pasto, anche con piatti di
livello gourmet, sta conquistando pian piano anche le carte di
ristoranti blasonati. Artigianalità e unicità restano,
ovviamente, le parole d'ordine.
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