"Avanti tutta con Tea e vitigni resistenti, ma come Crea oltre a fare ricerca ne dobbiamo anche valutare la sostenibilità economica e le ricadute per assicurare all'agricoltura italiana ciò di cui ha davvero bisogno".
Lo afferma il presidente del Crea Andrea Rocchi, in occasione del talk Tea & vitigni resistenti: a che punto siamo?, organizzato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) a Vinitaly 2025, che ha visto coinvolti esponenti della ricerca, delle istituzioni e del mondo produttivo.
I vitigni resistenti e le Tea (Tecnologie di
evoluzione assistita) - segnala una nota - sono due filoni di
ricerca ampiamente percorsi dal Crea, "con i primi successi alle
porte". "Entrambi, infatti, consentono - aggiunge l'ente di
ricerca - di aumentare ed arricchire la biodiversità, il primo
creando nuove varietà resistenti alle principali malattie
fungine, il secondo generando nuovi cloni di varietà già note ed
importanti nel panorama viticolo italiano". Il Crea spiega
inoltre che "i vitigni resistenti sono varietà ottenute tramite
incrocio naturale da un genitore nobile ed un genitore donatore
di polline resistente (detti anche Piwi), con un pedigree
importante, la cui qualità è vicina a quella dei più rinomati
vitigni autoctoni". "Complementare - ai Piwi - è evidenziato -
sono le Tea, che consentono di ottenere nuovi cloni migliorati
di varietà già esistenti, autoctone oltre che internazionali,
meno suscettibili alle malattie e agli stress biotici e
abiotici".
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