"La valorizzazione del
prodotto locale, della tradizione e il rispetto del consumatore
sono i nostri fari e quindi ben vengano i controlli sulla
filiera dell'Oliva all'Ascolana e il rispetto del disciplinare
della Dop". Secondo Coldiretti Ascoli Fermo e Aprol Marche, la
certificazione di qualità è, dunque, un'opportunità
assolutamente da cogliere e sfruttare, dando al contempo
maggiore garanzie e trasparenza al consumatore valorizzando
l'Oliva Tenera Ascolana e le produzioni di carne delle zone
interessate.
Da anni stiamo chiedendo sostegni importanti agli investimenti
per consentire agli olivicoltori di aumentare la produzione e le
modifiche recentemente fatte al nuovo CSR con il contribuito al
65% per i nuovi impianti DOP, debbono essere considerate un
primo importante passo in questa direzione".
Coldiretti e Aprol Marche, l'associazione dei produttori
olivicoli marchigiani, hanno più volte evidenziato come sia
necessario un vero e proprio piano olivicolo regionale per dare
spazio a nuove piantumazioni, recuperare quelle dismesse e
aumentare così la produzione regionale. Alla Regione Marche le
due associazioni avevano chiesto, in occasione del convegno
dedicato al settore che si è tenuto lo scorso novembre a Fermo,
misure dedicate agli oliveti sia Dop che Igp, per progetti di
ammodernamento, la creazione di invasi con pompaggi e una
miglior gestione della risorsa idrica programmata e il
riconoscimento della spesa per il ripristino di oliveti
abbandonati. "Servono - spiegano Coldiretti Ascoli Fermo e Aprol
Marche- maggiori risorse e una strategia unitaria di filiera
perché l'Oliva all'Ascolana è un patrimonio da difendere da
imitazioni che rischiano di avere l'effetto contrario, impedendo
uno sviluppo che sia a beneficio di tutto il territorio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA