- FRONTONE (PESARO URBINO) - Un quinto della birra artigianale italiana nasce nelle Marche, regione dove si producono circa 500mila quintali di orzo e che da qualche anno si è affacciata al luppolo. Una produzione di circa 100mila ettolitri di birra artigianale l'anno che poggia su 48 realtà tra microbirrifici e brew pub, locali che vendono la birra prodotta in autonomia. Quasi un 46% è un birrificio agricolo (che utilizza oltre la metà di materia prima di coltivazione propria), media italiana del 25%. Questi alcuni numeri diffusi a Frontone (Pesaro Urbino) durante il seminario dal titolo "Le birre agricole delle Marche" organizzato da Coldiretti e Consorzio Birra Italiana per fare il punto anche alla luce delle novità legislative recentemente introdotte. A partire dalla riduzione del 50% delle accise sulla birra per birrifici fino a 10.000 ettolitri, del 30% fino a 30.000 ettolitri e del 20% fino a 60.000 ettolitri.
"Da parte nostra c'era l'intenzione di rafforzare e rendere ancora più stabile e solido il mondo dei microbirrifici", ha spiegato Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
"Intervenire sulla fiscalità significa consentire ai produttori di lavorare e di aiutare aziende agricole e aree interne ad avere il giusto reddito", ha concluso. Una misura, quella di riduzione delle accise, salutata con favore da Coldiretti e Consorzio Birra Italiana, la prima alleanza produttiva tra produttori agricoli, malterie e birrifici indipendenti. Secondo Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, "la produzione della birra rientra a tutti gli effetti nelle dinamiche del modello agricolo italiano nel quale le produzioni locali sono premiate dai consumatori".
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