L'Italia "con 8,2 milioni di tonnellate di cibo è terza in Europa, dietro Germania (10,8 milioni di tonnellate) e Francia (9,5 milioni di tonnellate) per quantità di cibo sprecato e perso". Sono questi alcuni dei dati pubblicati dal Centro Studi Divulga nel focus 'Spreco e fame 2025' pubblicato in occasione della 12/a Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare su elaborazione di dati Eurostat aggiornati al 2022, Fao-Ocse (2021-2023) e Fao-Onu.
"Nell'Ue, i primi 3 Paesi - si legge nel comunicato del Centro Divulga - rappresentano quasi la metà (47%) degli sprechi alimentari totali. Analizzando i valori pro-capite, i primi tre Paesi risultano però essere Cipro con 294 kg/pro-capite, Danimarca con 254 kg/pro-capite e Grecia con 193 kg/pro-capite.
L'Italia pur registrando un valore inferiore ai primi in classifica (pari a 139 kg/pro-capite sommando tutte le fasi della filiera), si posiziona comunque al di sopra della media Ue, all'11/o posto". A livello globale, in base alle rilevazioni di Divulga su dati Fao-Ocse, frutta (20%) e verdura (33%) insieme rappresentano più della metà degli sprechi alimentari, mentre i cereali, che sono l'alimento più consumato al mondo, coprono il 23% degli sprechi. La carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano l'8% degli sprechi in volume ma con un'incidenza in valore pari a un terzo del totale. "Se non assisteremo ad un reale cambio di passo - afferma il Centro Studi Divulga - entro il 2033 i dati su sprechi e perdite alimentari potrebbero peggiorare con una perdita aggiuntiva di cibo quantificabile in 230 milioni di tonnellate in più rispetto al periodo attuale".
Dietro allo spreco anche danni economici. "Il cibo sprecato e perso è costato in media a ogni italiano 372 euro per un totale di quasi 22 miliardi", rileva il Centro Studi Divulga in base alle rilevazioni su dati Eurostat aggiornati al 2022. In base a queste rilevazioni "il 76% delle perdite economiche per lo spreco di cibo, pari a 15,8 miliardi, si genera in famiglia tra le mura domestiche, mentre il restante 24% si suddivide tra commercio e distribuzione (8% pari a 1,7 miliardi), ristorazione (6% pari a 1,3 miliardi), produzione primaria (6% per un ammontare complessivo di 1,1 miliardi) e industria alimentare (5% pari a 965 milioni)". A livello generale, nell'Unione Europea, dice ancora Divulga, "il costo stimato è circa 145 miliardi di euro, di cui il 59% è attribuibile al consumo domestico".
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