"Così come sono state riconosciute le dipendenze da gioco d'azzardo o dal sesso, andrebbe riconosciuta anche la dipendenza comportamentale provocata dall'intelligenza artificiale che c'è alla base dei social".
Lo propone dal palco del Festival della Comunicazione di Camogli Nello Cristianini, informatico e scrittore.
"Le macchine fanno
quello per cui sono pensate e sfruttano le informazioni che
diamo loro per imparare sempre di più su di noi e proporci
contenuti per arrivare allo scopo per cui sono state create; nel
caso dei social per cliccare o per guardare un certo contenuto -
spiega Cristianini - non si chiedono se è una cosa giusta o
sbagliata per noi".
Cristianini ha portato l'esempio di Facebook per cui
l'attività quotidiana di un utente è sufficiente all'algoritmo
per capire la sua personalità e suggerire contenuti. "Il rischio
è che, ad esempio, ad una giovane studentessa che anni fa si è
tolta la vita per aver subito attacchi sui social, proprio
Facebook mostrasse contenuti di autolesionismo".
Per Cristianini alla base della convivenza con l'AI c'è la sua
conoscenza: "abbiamo creato macchine intelligenti, dobbiamo
conviverci. E per fare questo dobbiamo capire come funzionano.
Dobbiamo smettere di chiedere alla macchina di comporre una
sinfonia o di scrivere La Divina Commedia perché non è questo lo
scopo. Lo scopo è delegare alla macchina delle decisioni. E
questo apre il problema delle regole".
In Europa, ha spiegato, è pronta la prima legge mondiale, che
sarà approvata a dicembre ed entrerà in vigore tra due anni per
permettere alle compagnie di adeguare i propri sistemi, che
stabilisce che l'intelligenza artificiale, nel prendere delle
decisioni, non discrimini e tuteli la privacy.
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