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Scoperta una supernova 20 volte più massiccia del Sole

Scoperta una supernova 20 volte più massiccia del Sole

Grazie al telescopio James Webb, è esplosa 2 miliardi di anni dopo il Big Bang

29 gennaio 2025, 10:05

di Benedetta Bianco

ANSACheck
La supernova chiamata AT 2023adsv spicca per le sue dimensioni colossali e per la sua energia (fonte: pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La supernova chiamata AT 2023adsv spicca per le sue dimensioni colossali e per la sua energia (fonte: pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una mega-supernova, una delle più gigantesche mai viste e anche una delle più antiche, è stata avvistata grazie al telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese: la stella all’origine di questa colossale esplosione doveva avere dimensioni mostruose, oltre 20 volte più massiccia del Sole, e ha scosso il cosmo solo 2 miliardi di anni dopo il Big Bang, vale a dire circa 11,4 miliardi di anni fa.

La scoperta, pubblicata sulla piattaforma arXiv, che raccoglie gli articoli non ancora passati al vaglio della comunità scientifica, è stata presentata all’incontro dell'American Astronomical Society da un gruppo di ricercatori guidato dallo Space Telescope Science Institute americano. I dati raccolti indicano che queste esplosioni avvenute nell’universo primordiale potrebbero avere caratteristiche diverse rispetto a quelle più recenti, soprattutto per quanto riguarda la violenza molto maggiore. “Le prime stelle erano considerevolmente diverse da quelle di oggi: erano massicce, molto calde e producevano esplosioni davvero gigantesche”, ha affermato David Coulter, che ha guidato lo studio, durante il suo intervento. Si pensa, infatti, che la natura povera di elementi pesanti di questi primi astri ne accorciasse la vita, che terminava poi con supernovae più violente. La supernova ora individuata, chiamata ‘AT 2023adsv’, spicca tra quelle primordiali per le sue dimensioni colossali e per la sua energia, doppia rispetto alla media. “L'elevata energia dell'esplosione di AT 2023adsv potrebbe indicare che le proprietà delle supernovae potrebbero essere state diverse nell'universo primordiale – aggiunge Takashi Moriya dell’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone, tra gli autori dello studio – ma abbiamo bisogno di più osservazioni per confermare questa idea”. A questo proposito, una mano potrebbe arrivare dal telescopio spaziale Nancy Grace Roman, che la Nasa prevede di lanciare nel 2027 e che, grazie al suo ampio campo visivo, potrebbe scoprire migliaia di supernove simili.

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