/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Un test del sangue predice il declino fisico e cognitivo negli anziani

Un test del sangue predice il declino fisico e cognitivo negli anziani

Apre a trattamenti per rallentare o anche invertire il processo

17 aprile 2025, 11:54

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Un test del sangue aiuta a predire il declino cognitivo negli anziani (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un test del sangue aiuta a predire il declino cognitivo negli anziani (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un semplice test del sangue è in grado di individuare la firma molecolare che predice il declino fisico e cognitivo negli anziani, distinguendo i soggetti già fragili da quelli che si trovano in uno stato intermedio tra salute e fragilità: è il risultato ottenuto dallo studio italiano pubblicato sulla rivista Npj Aging, guidato dal laboratorio Ceinge Biotecnologie Avanzate Franco Salvatore di Napoli, dall'Università della Campania Luigi Vanvitelli e dall'Università di Pavia.

La ricerca, alla quale hanno partecipato anche l'Università di Salerno, l'Irccs Fondazione Mondino di Pavia e l'Università Federico II di Napoli, apre quindi nuove prospettive per terapie che, se somministrati nel momento chiave di passaggio individuato dal test, potrebbero rallentare o addirittura invertire il processo, permettendo di invecchiare in buona salute.

In particolare, i ricercatori coordinati da Alessandro Usiello di Ceinge e Università Luigi Vanvitelli e da Enza Maria Valente di Università di Pavia e Fondazione Mondino, hanno scoperto che le persone cosiddette 'pre-fragili', che si trovano appunto nel momento critico di passaggio, mostrano livelli più elevati di betaina sia rispetto ai soggetti sani che a quelli fragili. La betaina è una molecola che protegge le cellule da stress, dalla disidratazione, dall'eccessiva salinità e svolge un ruolo importante anche nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

"La betaina contribuisce a mantenere bassi i livelli di omocisteina, che quando elevati comportano un incremento del rischio cardiovascolare", afferma Usiello. "I prossimi passi saranno indagare i meccanismi biologici responsabili delle variazioni emerse nello studio - aggiunge il ricercatore - e verificare se la supplementazione di betaina o di specifiche formulazioni possa rappresentare una possibile strategia terapeutica per favorire un invecchiamento in buona salute".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza