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Un nuovo bersaglio per colpire il tumore al seno

Un nuovo bersaglio per colpire il tumore al seno

Grazie a uno studio tutto italiano

30 gennaio 2025, 13:21

di Benedetta Bianco

ANSACheck
I linfociti T regolatori possono allearsi con il tumore favorendone la progressione (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I linfociti T regolatori possono allearsi con il tumore favorendone la progressione (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

È stato scoperto un nuovo bersaglio nella lotta al tumore alla mammella, che consente di riattivare la risposta immunitaria e distruggere il tumore: si tratta di particolari cellule del sistema immunitario chiamate linfociti T regolatori, che in condizioni normali mantengono l’equilibrio della risposta immunitaria, ma che possono anche allearsi con il cancro al seno favorendone la progressione e la formazione di metastasi. La scoperta si deve allo studio tutto italiano svolto da ricercatori dell’Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia Sperimentale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione anche con Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, Azienda Ospedaliera Specialistica dei Colli e Ospedale Antonio Cardarelli.

I risultati, pubblicati sulla rivista Science Advances, aggiungono un importante tassello alla comprensione delle complesse interazioni tra il sistema immunitario e il tumore alla mammella, aprendo la strada allo sviluppo di nuove strategie. “I linfociti T regolatori, in breve Treg, svolgono un ruolo cruciale nel decorso dei tumori, e in particolar modo del carcinoma mammario, limitando la risposta immunitaria antitumorale”, dice Veronica De Rosa di Cnr-Ieos, che ha coordinato la ricerca insieme a Irene Cantone di Cnr-Ieos e Federico II e Antonio Pezone dell’Università Federico II. “Tuttavia, se i linfociti Treg sono bloccati, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, ciò potrebbe permettere al sistema immunitario di riattivarsi – afferma De Rosa – per distruggere il tumore. Questo è proprio il principio su cui si basa l’immunoterapia”. La messa a punto di una strategia basata sull’eliminazione selettiva di queste cellule è tuttavia molto complessa, poiché i linfociti Treg non sono tutti uguali. Gli autori dello studio hanno però individuato una variante di una proteina, detta FOXP3E2, che viene espressa in maniera particolare dai Treg ‘maligni’, e che potrebbe dunque fare da bersaglio specifico.

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