Da settembre 2024, in Italia sono
stati registrati 97 focolai di influenza aviaria tra gli uccelli
selvatici, 56 nel pollame domestico e 3 focolai tra i mammiferi,
con un progressivo calo negli ultimi due mesi durante i quali si
è verificato 1 solo focolaio in allevamento di polli e 5
isolamenti in uccelli selvatici. Sono i numeri diffusi
dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
(IZSVe), dove ha sede il Laboratorio di referenza europeo per
l'influenza aviaria, che ha rassicurato che la situazione del
nostro Paese è "di fatto sotto controllo".
Non va altrettanto bene nel resto d'Europa. Germania e Paesi
Bassi stanno attraversando una situazione seria per i volatili
selvatici, mentre Polonia e Ungheria per quanto riguarda gli
allevamenti. "Queste situazioni di criticità sono sicuramente
allarmanti e da tenere sotto stretto monitoraggio", dice in una
nota Antonia Ricci, direttrice generale dell'IZSVe. "Se non si è
pronti a mettere in atto misure di controllo e contenimento
efficaci la malattia diventa ingovernabile".
Da questo punto di vista, l'Italia è diventata "un
riferimento a livello internazionale", aggiunge Ricci, tanto che
"la prossima settimana un team di nostri esperti sarà proprio in
Polonia per aiutare i colleghi polacchi a controllare la
diffusione della malattia".
Inoltre, "in Italia opera un'industria avicola molto
sviluppata, moderna e autosufficiente Nel nostro Paese
produciamo più carne di pollo di quanta ne viene consumata e
dunque non c'è l'esigenza di importare", ricorda l'esperta che
ha fatto sapere che si sta lavorando "a un piano strategico
nazionale per il controllo dell'influenza aviaria che possa
prevedere anche la vaccinazione come strumento di prevenzione,
insieme a tutte le altre misure che abbiamo visto essere
efficaci per il controllo della malattia", conclude Ricci.
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