CITTÀ DEL VATICANO - "Tra oggi e domani si capirà come il Papa sta reagendo alla nuova terapia". Lo riferiscono fonti vaticane. Si potrebbe evincere dunque poi da questo una previsione dei giorni di ricovero al Gemelli per Francesco. Per il Pontefice la notte è trascorsa bene, questa mattina Papa Francesco si è alzato e ha fatto colazione. Lo comunica la sala stampa vaticana.
'Per il Papa segnali positivi ma la ripresa è lunga'
Blasi (pneumologo), il calo degli indici infiammatori indica risposta ai farmaci
Il lieve miglioramento degli indici infiammatori evidenziato dalle ultime analisi effettuate a Papa Francesco è "indubbiamente un segnale positivo, che indica una risposta alla terapia antibiotica in atto. Tuttavia l'iter sarà probabilmente lungo, poichè la gestione di una polmonite bilaterale richiede diversi giorni, se non settimane, per essere sotto controllo". Lo rileva all'ANSA Francesco Blasi, ordinario di Malattie respiratorie all'Università di Milano e primario della Struttura complessa di Pneumologia e fibrosi cistica al Policlinico milanese.
Nelle analisi del sangue, spiega l'esperto, "vengono misurati in particolare alcuni indici infiammatori, ovvero la procalcitonina, la proteina C reattiva ed il livello dei globuli bianchi. Il fatto che tali indici migliorino, vuol dire che l'infezione che ha attaccato entrambi i polmoni del pontefice sta man mano andando sotto controllo e c'è una risposta dell'organismo all'infezione". In altri termini, si attenuano i timori legati al rischio di una mancanza di efficacia delle terapie o di una eventuale resistenza agli antibiotici in uso: "I dati resi noti in merito all'abbassamento, sia pure lieve, degli indici infiammatori - precisa Blasi - indicano appunto che gli antibiotici utilizzati attualmente starebbero funzionando e l'organismo sta rispondendo". La polmonite bilaterale, che ha colpito il pontefice, "é una infezione provocata da agenti infettivi, come batteri, e l'infezione è a carico del polmone profondo. In questi casi - chiarisce lo pneumologo - la risposta dell'organismo è di tipo infiammatorio. Questo vuol dire che l'organismo si difende dall'attacco dei batteri attraverso una reazione immunitaria che è anche infiammatoria. Dunque, da un lato la reazione infiammatoria è positiva, dall'altro lato però un eccesso di risposta infiammatoria danneggia il polmone poichè oltre a determinare l'eliminazione dei batteri porta anche, al contempo, ad uccidere le cellule polmonari stesse. Un aspetto molto problematico è proprio rappresentato dall'eccesso di risposta infiammatoria che l'organismo mette in atto in questi casi per difendersi". Per questa ragione è fondamentale, rileva, riuscire a raggiungere un "equilibrio" attraverso la terapia: "Quando i farmaci antibiotici si rivelano efficaci, come nel caso del Pontefice secondo le notizie finora rese note, i batteri vengono eliminati e quindi l'organismo non ha più bisogno di reagire con una risposta infiammatoria di autodifesa".
Ovviamente, precisa l'esperto, "potrebbero sempre sopraggiungere delle complicazioni, ma questo vale per qualunque paziente in tali condizioni". In questo momento, afferma, "il rischio potrebbe essere quello legato all'insorgenza di complicanze cardiovascolari o tromboemboliche, che possono però essere prevenute con terapie adeguate". Ad ogni modo, segnale ulteriore che "si sia probabilmente sulla strada giusta - rileva Blasi - è che il Papa non è in questo momento ventilato e ciò vuol dire che l'insufficienza respiratoria è sotto controllo". Dunque, "parrebbe che per il pontefice si vada verso un miglioramento, ma va sempre considerato il fatto - conclude l'esperto - che si tratta di una persona di 88 anni, con problematiche pregresse, e ciò richiede comunque tempi di recupero più lunghi".
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