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Asportato a una donna di 35 anni un tumore grande come un cocomero

Asportato a una donna di 35 anni un tumore grande come un cocomero

L'intervento al Gemelli, la paziente ha superato bene l'operazione

ROMA, 28 gennaio 2025, 12:31

Redazione ANSA

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Da sinistra:  Maria Letizia Vita, Stefano Margaritora e Mauro Iafrancesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Da sinistra: Maria Letizia Vita, Stefano Margaritora e Mauro Iafrancesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Asportata a una giovane donna, di 35 anni, una neoplasia rara grande come un cocomero, l'intervento è stato effettuato in maniera congiunta dalle équipe di chirurgia toracica e di cardiochirurgia di Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. Il tumore, un timoma, aveva le dimensioni di un cocomero e occupava tutta la metà sinistra del torace inglobando il cuore e i grassi vasi (aorta e arco dell'arta, vene polmonari). La donna, mamma di un bambino di dieci anni, ha superato bene l'intervento.
    Sara (nome di fantasia) in seguito a un'infezione da Covid-19, notando un peggioramento delle sue condizioni respiratorie, già non proprio brillanti per una 35enne (affanno soprattutto da sforzo, dolore nella parte sinistra del torace, tosse secca stizzosa da tempo), si sottopone a una radiografia del torace.
    "La giovane donna - ricorda Maria Letizia Vita, dirigente medico presso la Uoc di Chirurgia toracica del Policlinico Gemelli - presentava una massa molto voluminosa, che occupava tutta la parte centrale (mediastino) e la metà sinistra del torace. Viene subito richiesto un approfondimento Tac che pone il sospetto di una grande neoplasia del timo, cioè di un timoma, confermato da una biopsia chirurgica".
    Il timo è un piccolo organo del sistema immunitario implicato nella produzione dei linfociti T; presente in età infantile, di norma si atrofizza con la crescita. Il timoma è un tumore del timo, che tipicamente insorge in età adulta, tra i 40-70 anni, mentre è raro nei bambini.
    Sara comincia a consultare vari oncologi in Italia e tutti escludono l'intervento chirurgico viste le dimensioni del tumore; si affida alla fine a un centro di Roma, dove viene sottoposta a cicli di chemioterapia e di radioterapia. Purtroppo, senza un reale miglioramento, al punto che i medici le comunicano la necessità di interrompere quel trattamento che non aveva dato i risultati sperati. Ma Sara non si dà per vinta e riprende a consultare chirurghi in giro per l'Italia. Finché approda al Gemelli.
    "Qui al Gemelli - ha commentato Sara al risveglio dall'intervento - sono nata due volte: la prima 35 anni fa (la giovane è nata al Gemelli, ndr), la seconda oggi". 

 "Il suo era un caso davvero molto complesso - spiega Vita - perché il timoma, delle dimensioni di un'anguria era fortemente adeso al polmone sinistro, al pericardio (il 'sacchetto' che riveste il cuore) e ai grandi vasi toracici (arco dell'aorta, vene polmonari)".  Il gruppo della chirurgia toracica del professor Stefano Margaritora discute l'eventuale intervento insieme all'équipe di cardiochirurgia, diretta dal professor Massimo Massetti, per un accurato planning pre-operatorio. Alla fine, si decide di tentare l'operazione, gravata di rischi elevati.
"La massa occupava completamente l'emitorace sinistro, era fortemente adesa alla pleura parietale e inglobava l'atrio sinistro con le vene polmonari e l'arco aortico, Il polmone sinistro era completamente escluso e la massa comprimeva il cuore - ricorda il professor Stefano Margaritora, Ordinario di chirurgia Toracica all'Università Cattolica del Sacro Cuore - Per l'estensione della neoplasia siamo dovuti ricorrere all'approccio chirurgico riservato agli interventi di cardiochirurgia maggiore, cioè attraverso una sterno- toracotomia sinistra. L'intervento è durato oltre 6 ore. Il recupero post-operatorio della paziente è stato eccellente". 

“Dal nostro punto di vista – afferma Mauro Iafrancesco, dirigente medico presso la Uoc di Cardiochirurgia di Fondazione Policlinico Gemelli Ircss - la difficoltà principale è stata quella di scollare la parete del cuore dal pericardio per avere accesso ai vasi polmonari e consentire ai colleghi della chirurgia toracica di effettuare la resezione del polmone sinistro, chiudendo sia il bronco corrispondente che i vasi polmonari. Il tumore, pur non filtrante, era fortemente adeso a tutta la parete toracica, al pericardio e a tutta l’aorta toracica in particolare a livello dell’arco aortico. È stato necessario liberare tutto l’emitorace  sinistro per eliminare questa neoplasia così voluminosa”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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