L'obesità non è solo una "questione di bilancia" e la molecola semaglutide 2,4 mg è "l'unico farmaco per l'obesità a base di Glp-1 approvato che ha dimostrato che può prevenire eventi cardiovascolari maggiori, come morte per cause cardiovascolari, l'infarto e l'ictus". E' il commento dell'azienda produttrice della molecola, Novo Nordisk, allo studio Surmount-5 che ha confrontato semaglutide con l'altra molecola attualmente in uso contro l'obesità, tirzepatide.
Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato al Congresso europeo sull'obesità in corso a Malaga, mette a confronto tirzepatide - dell'azienda Eli Lilly - 15 mg, la più alta dose approvata di tirzepatide per somministrazione sottocutanea, con semaglutide 2,4 mg, la più alta dose approvata di semaglutide per somministrazione sottocutanea. Nello studio, la perdita di peso con semaglutide 2,4 mg è stata inferiore a quella dimostrata in un altro studio clinico, Step-1, che ha dimostrato una perdita di peso media del 17%, e una persona su tre ha mostrato una perdita di peso del 20%.
Inoltre, Novo Nordisk ha in corso lo studio Step Up che sta studiando una dose più elevata di semaglutide 7,2 mg con somministrazione sottocutanea. I risultati preliminari hanno mostrato una di perdita di peso pari al 20,7% e un partecipante su tre ha perso almeno un quarto del proprio peso. Novo Nordisk prevede di presentare la domanda di approvazione all'Ema nella seconda metà del 2025. Presentati al congresso anche i nuovi dati della sotto analisi dello studio Select che dimostrano che semaglutide 2,4 mg, nei primi tre mesi di trattamento, riduce del 37% il rischio di eventi cardiovascolari maggiori negli adulti con sovrappeso e obesità e malattia cardiovascolare (cv), rispetto al placebo, in aggiunta alle cure standard. Inoltre, nei primi sei mesi riduce del 50% il rischio di morte per malattia cardiovascolare e del 59% il rischio di ricovero in ospedale o di cure urgenti per insufficienza cardiaca o di morte per malattia cardiovascolare.
Questa nuova analisi dimostra un effetto di protezione contro le malattie cardiache già nelle prime fasi del trattamento, prima di aver raggiunto una perdita di peso clinicamente significativa, cioè maggiore del 5 %, indicando che la protezione di semaglutide 2,4 mg verso le malattie cardiache non è legata alla perdita di peso.
"Il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari cresce con l'aumento dell’obesità; molte più persone vivranno con il peso dell'obesità e delle malattie cardiovascolari, tanto che a livello globale i decessi per malattie cardiovascolari legate all'obesità sono in aumento: due persone su tre in sovrappeso o con obesità muoiono per malattie cardiovascolari. Un intervento tempestivo è fondamentale per ridurre il rischio di morte, infarto o ictus nelle persone con obesità", afferma Paolo Sbraccia, presidente dell'Italian Barometer Diabetes Observory Foundation.
Confronto tra molecole anti-obesità, un nuovo studio dimostra che con tirzepatide è maggiore la perdita di peso
La molecola anti-obesità tirzepatide ha confermato un'efficacia superiore in termini di riduzione del peso rispetto a semaglutide, altra molecola utilizzata per combattere l'obesità. Lo evidenzia lo studio Surmount-5, che mette a confronto le due principali terapie nella gestione dell'obesità e del sovrappeso, i cui risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
Lo studio Surmount-5, di fase 3b, ha valutato sicurezza ed efficacia di tirzepatide, agonista a duplice azione sui recettori Gip e Glp-1, rispetto a semaglutide, agonista del solo recettore del Glp‑1, in adulti con obesità o sovrappeso in presenza di almeno una co-morbidità correlata al peso e senza diabete. A 72 settimane, tirzepatide ha dimostrando superiorità rispetto a semaglutide durante l'intero sviluppo dello studio. I risultati dettagliati sono stati presentati al 32/mo European Congress on Obesity (Eco) in corso a Malaga e pubblicati contemporaneamente su The New England Journal of Medicine.
"Un numero crescente di medici e pazienti è oggi testimone di livelli di riduzione del peso mai raggiunti prima, grazie ai più recenti progressi nei farmaci per la gestione dell'obesità - sottolinea Louis J. Aronne, professore di Metabolic Research al Weill Cornell Medicine, esperto di obesità al New York‑Presbyterian/Weill Cornell Medical Center e investigator dello studio -. I risultati head‑to‑head mostrano che tirzepatide porta a una maggiore riduzione del peso rispetto a semaglutide, fornendo ulteriori evidenze del suo valore come opzione efficace per la gestione dell'obesità". I partecipanti trattati con tirzepatide hanno infatti ottenuto una riduzione di peso media del 20,2% rispetto al 13,7% con semaglutide a 72 settimane: i partecipanti trattati con tirzepatide hanno perso in media 22,8 kg, mentre quelli trattati con semaglutide hanno perso in media 15,0 kg. Inoltre, i partecipanti trattati con tirzepatide hanno raggiunto una riduzione media della circonferenza vita di 18,4 cm, mentre quelli trattati con semaglutide hanno registrato una riduzione media di 13,0 cm.
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