Dopo 10 anni di convivenza Pirelli prova a prendere le distanze dal socio cinese che, dopo aver investito 7,1 miliardi di euro, non intende però farsi mettere alla porta. "E' venuto meno il controllo di Sinochem" si leggerà nella relazione finanziaria che il 12 giugno i soci voteranno in assemblea ma Marco Polo International Italy, il veicolo che detiene la quota del 37%, si oppone fin d'ora. In cda il presidente di Pirelli (e di Sinochem) Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua hanno votato contro e il bilancio è stato approvato solo a maggioranza, con il voto favorevole di 9 su 15 consiglieri.
Il fronte cinese non è compatto: Tang Grace si è astenuta e gli indipendenti Marisa Pappalardo e Alberto Bradanini hanno votato a favore. In serata arriva la presa di posizione di Marco Polo International Italy che esprime un "profondo disappunto e ferma opposizione" ma la società fa quadrato intorno ai suoi manager, sono loro che decidono. E' su proposta dell'ad Andrea Casaluci che nella relazione finanziaria è stata inserita l'informativa secondo cui "a seguito del Golden Power è venuto meno il controllo di Marco Polo Italy (e quindi di Sinochem) su Pirelli ai sensi dell'Ifrs 10". Il decreto "non include alcuna disposizione che privi Mpi del controllo su Pirelli, anzi lo presuppone" ribatte il socio cinese. "Tra l'altro Mpi - prosegue con quella che sembra una dichiarazione di voto - continua a detenere una percentuale rilevante per l'esercizio di un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria". Pirelli difende l'analisi dei manager e ricorda che è stata la Consob a dire che la valutazione sul controllo spetta al Cda "ai sensi dell'Ifrs10 in conseguenza dell'adozione del Dpcm del 16 giugno 2023 e a darne evidenza nelle relazioni finanziarie". Sono gli stessi manager, ricorda la società "che nel 2024 hanno ottenuto i migliori risultati del settore Tyre" e la cui autonomia il Governo ha voluto tutelare con il Golden Power, "management non nominato dall'azionista Sinochem e la cui autonomia e continuità sono a tutela della cultura industriale Pirelli".
Lo scontro diretto però non sembra nello stile del socio cinese, che ricorda "in qualità di azionista responsabile di Pirelli, abbiamo sempre rispettato rigorosamente le leggi italiane ed estere, e continueremo a farlo con spirito di collaborazione con tutte le autorità competenti assicurando la naturale tutela degli interessi di Mpi e preservando sempre lo sviluppo e la crescita di Pirelli". Il dialogo deve continuare anche perchè il venir meno del controllo è solo "un primo passo, ma non risolutivo - spiegano i manager - nel percorso di necessario adeguamento della governance societaria ai vincoli normativi negli Usa", un mercato chiave per l'High Value (un settore che pesa per il 76% dei ricavi totali) e la tecnologia Cyber Tyre.
Casaluci ha un mese e mezzo per ricomporre lo strappo e poi porterà in assemblea il bilancio, il dividendo e il piano di incentivazione. Il 2024 si è chiuso con un utile netto consolidato di 501,1 milioni (+1%) e ricavi in aumento dell'1,9% a 6.773,3 milioni; per la capogruppo l'utile netto è stato di 302 milioni (+24,3%) e il cda proporrà la distribuzione di una cedola da 0,25 euro per azione per un totale complessivo di 250 milioni di euro. E per il 2025 non abbassa l'asticella anche se resta prudente, alla luce delle elevate incertezze sui dazi Usa.
Per mitigarne l'impatto è già pronto un piano con l'obiettivo di garantire i target di Ebit Adjusted (al 16%) e di generazione di cassa (0,55 miliardi) nella parte bassa della guidance e raggiungere comunque l'obiettivo di deleverage. Il piano di mitigazione "prevede maggiori importazioni dal Brasile e un aumento della capacità negli Usa" aveva spiegato l'ad in occasione della presentazione dei conti. Inoltre "la politica commerciale verrà riesaminata sulla base del tasso di inflazione".
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