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Balmain, l'attualità nella moda futuristica

Balmain, l'attualità nella moda futuristica

Stilista Rousteing, solidali con i nostri vicini ucraini

ROMA, 04 marzo 2022, 11:49

di Patrizia Vacalebri

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tra corsetti-corazza, tute e giubbotti-armatura, abitini in tessuti hi-tech da novella Barbarella, anfibi militari con zeppe altissime, più simili a scarponi da sci per scalare vette marziane, dettagli tratti dallo sportswear in oro 18 carati, sfila a Parigi la collezione Balmain SS2022 disegnata da Olivier Rousteing.
    Sono ormai 10 anni che lo stilista francese è alla direzione artistica della maison. Ma con questa sfilata, il designer sembra aver definitivamente intrapreso la strada di una moda futuristica. Con la sfilata sembra infatti di essere in un film di fantascienza, mentre il balletto che la precede, allusivo ad una danza di guerra, terminante in un bacio tra due dei trenta soldati-ballerini, in tute-divisa e anfibi giallo-blu, colori della bandiera ucraina, non può non ricordarci la triste realtà che il mondo sta vivendo in questi giorni, per via dell'invasione russa dell'Ucraina. Rousteing ammette su Instagram, dove ha 7,6 milioni di follower, di essersi sentito "a disagio" nel presentare la sua ultima collezione per Balmain nella settimana della moda di Parigi.
"I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con gli ucraini. Siamo ispirati dalla loro dignità, resilienza e devozione alla libertà" ha scritto sui social. "Mentre guardiamo le notizie, io e il mio team teniamo a mente questo messaggio: uniti nella solidarietà, possiamo contare sulla forza della speranza e della verità che respingono odio, menzogna e aggressività". La collezione.
Non è Balmain senza design futuristici.

Ma è il tocco di Olivier ad aver trasformato una maison di haute couture degli anni Quaranta in uno dei brand più acclamati dalla Generazione Z. E se il fasto e l'eccentricità sono di solito presenti sotto-forma di vestitini dai ricami bizantini in oro e placche di metallo dorate come indumenti, stavolta sono da cercare nei dettagli. Certo, non mancano elementi spiccatamente 'roustengiani' come mini-dress metallizzati e gilet para-proiettili interamente d'oro (e 101 look per una sola collezione). Ma è nei design da jet-set negli anni 3000 che si deve osservare l'evoluzione. Niente più colori sgargianti, come dimostra il bianco dei primi outfit. Tanto nero e oro, design architettonici, per giacche e completi da motociclista, abbinati a denim decostruito. Lo stilista gioca sugli opposti: la pelle e il pizzo, neoprene e tulle, i giubbotti sportswear il casual denim, i blazer e le tute da jogging.

Ma è lo stesso Rousteing, vittima un anno fa di un incendio in casa sua, a spiegare il perché delle sue scelte: "Gran parte della mia recente malsana ossessione di nascondere qualsiasi segno di cambiamento, scolorimento e le cicatrici, mentre sono guarito dalle ustioni che ho subito l'anno scorso, può essere direttamente ricondotta alle paure che avevo di espormi al potere velenoso di sprezzanti giudizi anonimi. Ma alla fine, quell'esperienza mi ha aiutato a spingermi a realizzare l'unica risposta possibile all'incredibile potenziale di vergogna dei social media: affrontare con onestà e chiarezza, traendo coraggio dal sostegno e dall'amore per gli altri. Quello è stato un momento di svolta per me, un cambiamento radicale del mio comportamento che posso solo descrivere come liberatorio".

    Que
sta esperienza spiega perché così tanti colori chiari: bianchi, creme, pastelli chiari, tenui i jeans. Nell'universo di Balmain, questi non sono i toni di dolcezza e vulnerabilità, invece ci ricordano che c'è uno speciale tipo di influenza affermativa che viene con verità e trasparenza. Quella sorprendente liberazione il potere spiega anche gli improbabili abbinamenti di pizzo e altri apparentemente leggeri e fragili tessuti con metallo e neoprene. Le sagome distintive della collezione parlano di sicurezza: giocando con involucri, scudi e gilet potentemente protettivi.
   

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