C come cercarsela, V come vergogna,
E come esagerata, H come help: sono alcune delle voci contenute
nel 'Dizionario breve sugli stereotipi associati alla violenza
di genere e alla vittimizzazione secondaria' ideato dal team di
Human Hall, l'hub per l'inclusione, l'innovazione e la tutela
dei diritti umani dell'Università degli Studi di Milano, rivolto
in particolare agli studenti delle scuole superiori di primo e
secondo grado.
"Gli stereotipi e la violenza di genere sono temi strutturali
che esprimono gli equilibri di potere di una società. Ed essendo
strutturali, vanno combattuti soprattutto a livello educativo"
hanno spiegato Francesca Poggi, docente di Filosofia del
diritto, e Irene Pellizzone, docente di Diritto costituzionale
che hanno curato il libretto insieme alla dottoranda in
Filosofia Anna De Giuli.
"Conoscere questi stereotipi - hanno aggiunto - serve proprio
a renderci coscienti di alcune narrative che sono parte
integrante della nostra cultura e che si attivano in maniera
automatica".
Proprio perché si rivolge ai ragazzi il dizionario è scritto
con un linguaggio chiaro e accompagnato da vignette immediate.
L'obiettivo è mettere in luce distorsioni e pregiudizi a partire
da parole chiave organizzate in ordine alfabetico. Ad esempio la
F sottolinea come la Famiglia sia il luogo degli affetti e della
protezione, ma ricorda che non è sempre così perché a volte è
luogo di violenze e se "certamente per la famiglia qualche volta
ci si deve sacrificare" questo "non può voler dire accettare
violenze e umiliazioni".
La presentazione è avvenuta all'evento 'Le parole della
violenza. Conoscerle per evitarle' a cui hanno partecipato fra
le altre la rettrice della Statale Marina Brambilla, la
prorettrice Marilisa D'Amico, l'assessore regionale alla
Famiglia Elena Lucchini e la delegata alle pari opportunità del
Comune di Milano Elena Lattuada.
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