La Campania è in pareggio di
bilancio sui conti della Sanità dal 2013 ed è
l'unica regione italiana ad avere, nell'ultimo anno, impiegato
tutto il riparto nazionale di 80 milioni di 1,1 mld del fondo
per le terapie innovative (prevalentemente nuovi farmaci per
curare i malati di cancro e affetti da malattie rare) messi a
disposizione dal ministero della Salute.
"Un percorso difficile e faticoso - ha detto l'assessore
regionale al Bilancio Ettore Cinque intervenuto ad un focus
sull'accesso delle regioni alle terapie innovative promosso a
Napoli da Motore Sanità - in un contesto generalmente critico e
sottofinanziato e sotto stress dopo il Covid per la
notevolissima pressione della domanda di Salute della
popolazione all'interno di un quadro nazionale che vede una
parte della Regioni in deficit sui conti della Sanità".
Anche sulle terapie innovative la Campania chiede una
programmazione chiara: "Sulle Car-t ad es° (una cura
rivoluzionaria salvavita per alcuni tumori) vogliamo dire con
chiarezza ai regolatori nazionali che non si possono accreditare
i centri solo sulla base dei risultati e delle performance
storiche, altrimenti il Sud non si risolleverà mai ma bisogna
farlo sulla base delle competenze che creano le premesse per
realizzare nuove realtà. La Campania - ha poi concluso Cinque -
è l'ultimo centro lungo lo Stivale per le cure innovative contro
l'emofilia ma riceverà il finanziamento (circa 600 mila euro per
ciascuna procedura di cura genica) solo per i 24 pazienti
residenti seppure qui arriveranno altri 100 malati dalle regioni
del Sud escluse dal piano di trattamento. Bisogna invece
investire anche nelle strutture che non hanno un passato di
attività per colmare i divari".
Nel corso della sessione di studio e approfondimento sulle
terapie innovative sono intervenuti Ugo Trama, responsabile
Farmaceutica Regione Campania, Maria Cammarota, Dirigente
farmacista del Cardarelli, Massimo Di Gennaro, Direttore
Innovazione della Soresa, Gerardo Ferrara, Anatomo patologo del
Pascale, Mariano Fusco, Direttore dipartimento farmaceutica
della Asl Napoli 2 Nord, Giovanni Italiano, delegato regionale
Sir,
Lorenzo Latella, segretario regionale Cittadinanzattiva
Campania,
Angela Maffeo, presidente Lilt di Caserta
Gerolamo
Sibilio, primario Cardiologia-Utic a Pozzuoli e Presidente della
sezione campana dell'Associazione nazionale cardiologi
ospedalieri.
Dopo 10 anni di commissariamento e 15 di piano di
rientro, prima del mezzogiorno e terza in Italia per popolazione
la Campania è pronta a raccogliere la sfida dell'innovazione
per le cure di malattie cronico degenerative che possono essere
curate molto più efficacemente con nuovi farmaci. Anche sui Lea
nel 2022 - annuncia Ettore Cinque - la Campania sarà adempiente
su tutte le aree del nuovo sistema di garanzia (prevenzione,
ospedaliera e territoriale) ma occorre che tutte le regioni
siano messe alla pari. Per potenziare la ricerca è in arrivo un
protocollo d'intesa stilato tra il presidente della Regione ed
il neo presidente di Farmindustria.
I nodi da sciogliere non mancano: all'indice il meccanismo messo
a punt negli ultimi anni dall'ente regolatore Italiano di
autorizzazione all'immissione in commercio dei nuovi farmaci
(AIFA). Bene aver cercato di accelerare le procedure con un
sistema di valutazione dell'innovazione stringente (basato su
bisogno terapeutico, valore terapeutico aggiunto e qualità
delle prove di efficacia) per definire l'immediato accesso in
ogni regione ai farmaci innovativi dando alle regioni il solo
onere di stabilire quali centri siano abilitati alla
prescrizione e bene anche l'istituzione di fondi nazionali
dedicati per sollevare le regioni dalla sostenibilità delle
nuove cure oggi trasformati in un fondo unico di 1 miliardo di
anno in anno implementato di 100 milioni in base a nuove risorse
disponibili. "Ma quando si parla di innovazione - è stato detto
dai relatori - molte delle terapie introdotte innovative o no
secondo i parametri Aifa imboccano un percorso a ostacoli per
consentire ai malati di tumore (pensiamo ad esempio al tumore al
seno triplo negativo) di avvalersi ad esempio di cure che
possono cambiarne il destino e la storia clinica. "Nonostante
l'impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali
- ha sottolineato Claudio Zanon direttore scientifico di Motore
Sanità - ancora oggi la tempistica di accesso reale per il
paziente all'innovazione introdotta, può richiedere molti mesi,
a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia
regionale. Dalla indicazione dei centri prescrittori e dei
clinici alle valutazione e indicazioni delle commissioni
regionali fino alla comunicazione sulle procedure di erogazione
tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da
parte di ente regionale accentrato o farmacia ospedaliera".
Tutti nodi che in Campania abbiamo sciolto - ha aggiunto Trama e
per questo siamo stati in grado di utilizzare tutti i fondi
messi a disposizione".
La questione invece irrisolta per la Campania come per le altre
regioni è quella che alla scadenza di tre anni dalla qualifica
di innovatività di una nuova cura, devono poi accollarsi per
intero il costo spesso ingentissimo. Cure che possono andare
avanti per anni e che reclutano ogni anno nuovi pazienti. Questo
comporta insostenibilità strutturale di procedura definita a
livello nazionale che rema contro chi, come la Campania, ha
messo in campo buone pratiche per garantire più guarigione e
cure efficaci a malati di cancro e di altre malattie croniche e
degenerative.
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