Dal ponte virtuale che unisce il
Vesuvio al resto del mondo - da qui il titolo del convegno
"Immunotherapy Bridge" in programma fino a sabato a Napoli -
creato dodici anni fa dall'oncologo dell'Istituto dei tumori di
Napoli Pascale, Paolo Ascierto, parte una nuova speranza per i
pazienti del melanoma a cui, fino all'altro ieri, neanche
l'immunoterapia veniva vista come un'ancora di salvezza.
Il melanoma più aggressivo, quello dell'occhio, secondo quanto
sottolinea una nota dell'Istituto Pascale, può essere trattato
con risultati più che soddisfacenti con un immunoterapico di
nuova generazione, il Tebentafusp, ovvero una molecola
bispecifica in grado di traghettare le cellule del sistema
immunitario direttamente nel tumore. Lo studio, nato da
un'intuizione dell'oncologa Ester Simeone, braccio destro di
Paolo Ascierto, ha dimostrato che pazienti con LDH normali e o a
un basso carico di malattia, con meno di tre siti metastatici,
nel 55 per cento dei casi possono beneficiare più a lungo del
trattamento. Nel convegno a cui partecipano 150 oncologi e
immunologi provenienti da ogni parte del mondo, Maria Grazia
Vitale, altra oncologa del team di Ascierto, è la prima firma di
uno studio condotto su pazienti, che per le comorbidità
riportate, non possono essere inclusi in nessun studio clinico.
"Lo studio retrospettivo di natura osservazionale su 32
pazienti, con diagnosi di melanoma metastatico e concomitate
patologie autoimmuni trattati da agosto 2016 a luglio 2022, ha
mostrato risultati eccezionali: nel 48 per cento la terapia ha
portato a un evidente beneficio; soltanto nel 27 per cento a un
aumento della tossicità.
L'immunoterapia, insomma, continua ad essere vista come l'unica
concreta speranza di sopravvivenza - si legge nella nota - Un
motivo in più per continuare a parlarne. E non a caso a Napoli.
Primo centro a livello mondiale nella cura del melanoma il
Pascale dal 2010 ha curato con l'immunoterapia oltre 4500
pazienti. Dodici anni in cui, grazie a questa terapia si è
riusciti a salvare il 55 per cento delle persone affette da
tumore in stadio metastatico, tra il 30 e il 50 per cento nelle
diverse patologie neoplastiche".
"In dodici anni - dice Ascierto, organizzatore del convegno
nella doppia veste di oncologo del Pascale e presidente della
Fondazione Melanoma - da quando abbiamo voluto organizzare
questo "Bridge" tra il Pascale e la comunità internazionale, le
persone vive dopo la diagnosi di melanoma sono aumentate fino al
70-75 per cento. E' un tumore della pelle in costante crescita
con un incremento del 20 per cento dopo il Covid. Per fortuna
negli ultimi dodici anni anche la ricerca è cresciuta in maniera
esponenziale. Oggi, grazie solo all'immunoterapia, riusciamo a
salvare più della metà dei pazienti. Un risultato ovviamente che
non può e non deve bastarci".
All' Immunotherapy Bridge si discute delle più importanti novità
emerse alla SITC, il congresso da poco svoltosi a Boston sul
melanoma; la terapia cellulare con le Car-t e le Car-Nk che
sfruttano le cellule NK o i macrofagi e poi tutti gli
aggiornamenti sull'immunoterapia ed i nuovi approcci nel
trattamento neadiuvante dei tumori solidi. Al convegno verranno
premiati anche gli immunologi Sandra De Maria e Mihael Postow di
New York.
"Il Bridge di Paolo Ascierto è un appuntamento annuale - dice il
direttore generale del polo oncologico partenopeo, Attilio
Bianchi - che incrementa il suo valore nel tempo fino a fare
concretamente di Napoli e del Pascale la capitale mondiale del
melanoma, oltre i limiti temporali del convegno. L'originale
idea di "ponte" con i ricercatori di tutto il mondo ne fa ormai
un evento maturo. Così come sono maturi i tempi per accordi di
ricerca congiunti tra il nostro Istituto e altri ospedali di
rilievo internazionale".
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