(di Enrico Martinelli)
Sembrava aver recuperato fiducia e
autostima, quella "che accarezza l'anima" come aveva raccontato
lui stesso in un'intervista rilasciata nello scorso novembre a
"Confessione Reporter", programma in onda sulle reti Mediaset. E
invece nonostante fosse stato definitivamente assunto dall'hotel
Berna dove lavorava e gli mancassero poco più di 5 anni per
uscire definitivamente dal carcere, Emanuele De Maria ha deciso
di uccidersi a 35 anni, non prima di aver probabilmente messo
fine alla vita di Chamila Wijesuriyauna.
Un'altra donna uccisa dopo Oumaima Rache, ragazza di 23 anni
accoltellata da De Maria nella sua città di residenza, Castel
Volturno, in provincia di Caserta. E' nel 2016 che il suo nome
entra per la prima volta in un'inchiesta: di anni ne ha 26 ed è
appena tornato nel casertano dall'Olanda, dove ha studiato anche
all'università senza però laurearsi. Scappa prima che le forze
dell'ordine riescano a eseguire il fermo e per due anni scompare
fino a quando la polizia tedesca lo arresta a Weener,
cittadina al confine con i Paesi Bassi.
Finisce in carcere a Secondigliano e viene condannato per
omicidio volontario a 14 anni e tre mesi. La sua vita cambia
quando viene trasferito nel 2021 a Bollate, dove "la dignità
umana viene ripristinata completamente perché dà reinserimento",
come spiega lui stesso. E infatti riesce a diventare un
"ventunista", e cioè un lavoratore esterno in base all'articolo
21 dell'Ordinamento Penitenziario e dal 2022 viene assunto
all'hotel Berna, quattro stelle in via Napo Torriani vicino alla
stazione Centrale, praticamente di fronte alla gintoneria di
Davide Lacerenza e Stefania Nobile, altro luogo finito al centro
di inchieste milanesi.
Poliglotta, lavora alla reception ed è un impiegato modello,
"sempre contentissimo". E' nell'albergo che conosce Chamila
Wijesuriyauna, che lavora al bar ormai da molti anni. E' una
delle veterane della struttura la 50enne di origine cingalese
con la cittadinanza italiana. Sposata, con un figlio all'ultimo
anno del liceo, Chamila vive a Cinisello Balsamo, in una via al
confine con Milano non lontana dal parco Nord. "Tutti i colleghi
la amavano e le volevano bene", ricorda il marito. Che per la
prima volta da quando sono sposati, venerdì pomeriggio perde le
sue tracce.
Il marito si ricorda di aver visto una volta Hani Fouad
Abdelghaffar Nasr, anche lui impiegato al bar dell'hotel Berna,
aggredito ieri mattina da De Maria. Quando sarà interrogato,
sarà il 50enne di origine egiziana a poter spiegare quale fosse
il rapporto tra loro tre e a cosa sono dovute queste tragiche 48
ore con due morti e un ferito grave.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA