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Quando Francesco a Napoli disse 'la corruzione spuzza'

Quando Francesco a Napoli disse 'la corruzione spuzza'

La visita del 2015, tra messaggi forti e il calore della gente

NAPOLI, 21 aprile 2025, 18:59

Redazione ANSA

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Furono dieci ore densissime di appuntamenti dal forte valore simbolico e di messaggi forti. Il 21 marzo 2015 Papa Francesco fu in visita pastorale a Napoli, con l'appello a reagire contro la camorra, e agli stessi criminali a "convertirsi alla giustizia". E una severissima condanna della corruzione, da lui descritta in termini di disgusto: "puzza", disse piu' volte del malaffare, o meglio, nel suo colorito linguaggio ibridato dallo spagnolo, "spuzza".
    Nella sua intensissima visita a Napoli, Bergoglio fu festeggiato da grandi folle e da un calore traboccante: a Scampia, nella messa in Piazza del Plebiscito, nell'incontro finale con i giovani e con i fedeli della diocesi alla Rotonda Diaz sul Lungomare Caracciolo. "La vita a Napoli non e' mai stata facile, pero' non e' mai stata triste!", disse a Scampia.
    "E' questa la vostra grande risorsa: la gioia, l'allegria": "una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l'ultima parola". Il suo desiderio era riportare quella "speranza" che e' "rubata da chi intraprende volontariamente la via del male". Agli immigrati disse che sono "cittadini non di seconda classe", "figli di Dio come noi", perche' "siamo tutti migranti".
    Condannò anche "lo sfruttamento delle persone", come offrire 60 euro al mese per 11 ore di lavoro al giorno. "Questa si chiama schiavitu'", ha sentenziato, "si chiama sfruttamento, non e' umano, non e' cristiano. E se quello che fa cosi' si dice cristiano e' un bugiardo, non dice il vero, non e' cristiano".
    In Piazza del Plebiscito, davanti a 60 mila persone, quindi, il suo appello. "Cari napoletani, largo alla speranza e non lasciatevi rubare la speranza! Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini.
    Non lasciate che la vostra gioventu' sia sfruttata da questa gente!". "Ai criminali e a tutti i loro complici - aggiunse - oggi io umilmente, come fratello, ripeto: convertitevi all'amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio!", perche' "e' possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli". Subito dopo Francesco fece tappa al carcere di Poggioreale, dove e' stato a pranzo con circa 120 detenuti. E in Duomo, dove al clero ha raccomandò lo "spirito di poverta'" ricordando "quanti scandali" e "quanta mancanza di liberta'" ci sono stati nella Chiesa "per i soldi", un piccolo siparietto con l'assedio delle suore di clausura di sette monasteri, fatte uscire per l'occasione dal cardinale Crescenzio Sepe, che lo circondarono d'affetto e di doni con suo vistoso stupore. "Addo' jate!", gridò loro Sepe. E al momento della venerazione della reliquia di San Gennaro, baciata dal Papa, la sorpresa dello scioglimento del sangue - che di norma avviene solo tre volte l'anno, per la festa il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre -, come non era successo con Wojtyla nel 1990 e con Ratzinger nel 2007, ne' mai prima davanti a un Papa. "Il vescovo ha detto che il sangue e' meta' sciolto: si vede che il santo ci vuole bene a meta', dobbiamo convertirci un po' tutti perche' ci voglia piu' bene", fu il commento di Francesco. Quindi, prima di ripartire per Roma dopo 10 ore a tamburo battente, il saluto finale in napoletano mutuato dallo 'slogan' dell'allora arcivescovo Sepe: "Ca 'a Maronna v'accumpagne!".
   

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