"Credo che la pace non
si costruisca armando i popoli, ma disarmando i cuori. Capisco
le paure, le tensioni geopolitiche, ma non possiamo abituarci
all'idea che la guerra sia inevitabile". Lo sottolinea
l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia, in una
intervista a Vatican News. "Ogni euro speso per le armi è
sottratto alla scuola, alla sanità, ai poveri. È una scelta di
campo. La vera sicurezza non nasce dalla forza, ma dalla
giustizia, dall'educazione, dal dialogo". "Noi, come Chiesa,
dobbiamo essere profeti di pace, anche quando è scomodo".
Per il cardinale di Napoli "in un tempo che sembra premiare
chi alza di più la voce o rincorre il consenso facile, si può
essere liberi nel Vangelo. Gesù è la libertà fatta carne: non ha
inseguito il potere, non ha scelto la via del compromesso, ma ha
vissuto nella verità, nell'amore, fino in fondo. Seguirlo
significa restare fedeli al cuore, scegliere la mitezza come
forza, il perdono come risposta, la coscienza come bussola. È
una libertà che ha un prezzo, certo, soprattutto se si guarda la
vita con gli occhi del successo a tutti i costi o della corsa al
potere. Ma è l'unica libertà che davvero rende umani, perché
nasce dall'amore e si misura nel dono".
Battaglia parla infine con affetto della città nella quale è
stato chiamato da Papa Francesco al ruolo di arcivescovo:
"Napoli è una terra meravigliosa, piena di bellezza e di
umanità, ma anche segnata da ferite antiche e nuove. C'è un
grido che sale dalle periferie, non solo quelle geografiche ma
anche quelle esistenziali. La fraternità non è mai un punto di
partenza, è sempre una conquista. E se non impariamo a guardarci
negli occhi, a riconoscerci come fratelli, l'amicizia sociale
resta solo una bella parola. È a rischio, certo, ma proprio per
questo dobbiamo custodirla come si custodisce un fuoco: con
cura, ogni giorno, alimentandolo con piccoli gesti di vicinanza,
di ascolto, di perdono".
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