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Card. Battaglia, la pace non si costruisce armando i popoli

Card. Battaglia, la pace non si costruisce armando i popoli

"Napoli è una terra meravigliosa ma segnata da tante ferite"

CITTÀ DEL VATICANO, 20 aprile 2025, 16:23

Redazione ANSA

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"Credo che la pace non si costruisca armando i popoli, ma disarmando i cuori. Capisco le paure, le tensioni geopolitiche, ma non possiamo abituarci all'idea che la guerra sia inevitabile". Lo sottolinea l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia, in una intervista a Vatican News. "Ogni euro speso per le armi è sottratto alla scuola, alla sanità, ai poveri. È una scelta di campo. La vera sicurezza non nasce dalla forza, ma dalla giustizia, dall'educazione, dal dialogo". "Noi, come Chiesa, dobbiamo essere profeti di pace, anche quando è scomodo".
    Per il cardinale di Napoli "in un tempo che sembra premiare chi alza di più la voce o rincorre il consenso facile, si può essere liberi nel Vangelo. Gesù è la libertà fatta carne: non ha inseguito il potere, non ha scelto la via del compromesso, ma ha vissuto nella verità, nell'amore, fino in fondo. Seguirlo significa restare fedeli al cuore, scegliere la mitezza come forza, il perdono come risposta, la coscienza come bussola. È una libertà che ha un prezzo, certo, soprattutto se si guarda la vita con gli occhi del successo a tutti i costi o della corsa al potere. Ma è l'unica libertà che davvero rende umani, perché nasce dall'amore e si misura nel dono".
    Battaglia parla infine con affetto della città nella quale è stato chiamato da Papa Francesco al ruolo di arcivescovo: "Napoli è una terra meravigliosa, piena di bellezza e di umanità, ma anche segnata da ferite antiche e nuove. C'è un grido che sale dalle periferie, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali. La fraternità non è mai un punto di partenza, è sempre una conquista. E se non impariamo a guardarci negli occhi, a riconoscerci come fratelli, l'amicizia sociale resta solo una bella parola. È a rischio, certo, ma proprio per questo dobbiamo custodirla come si custodisce un fuoco: con cura, ogni giorno, alimentandolo con piccoli gesti di vicinanza, di ascolto, di perdono".
   

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