"Governare e gestire l'afflusso
turistico appare indispensabile per prepararsi a fluttuazioni
improvvise e inaspettate, così come utilizzare i dati per
gestire e prevedere i flussi di visitatori. Inoltre occorre
costruire e dotare una forza lavoro pronta per il turismo,
scegliere quali segmenti turistici attrarre, distribuire il
passaggio dei visitatori nello spazio e nel tempo, sempre
nell'ottica di preservare il patrimonio culturale e naturale".
E' quanto propone il professore Antonio Coviello, docente
nell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli nel corso di
laurea in Economia, Management e Sostenibilità, nonché
ricercatore del CNR, commentando il fenomeno del cosiddetto
'overtourism' nell'ambito del quale si sono registrati anche
recenti episodi come quelli avvenuti a Roccaraso (L'Aquila).
Coviello chiede di garantire che i proventi del turismo siano
investiti dove realmente sono necessari destinando le tasse
turistiche e le quote di ingresso alle comunità locali o a
progetti di conservazione o restauro, oltre a suggerire di "far
pagare" l'accesso a singole attrazioni, "sfruttare i grandi
eventi per dotare la città di infrastrutture altrimenti
irrealizzabili e che migliorano la vita dei residenti,
sfruttando la partnership pubblico-privato".
"Il turismo è tornato fortunatamente ai livelli pre-Covid, ma
ha riportato con sé le criticità che ne hanno accompagnato la
crescita prima del brusco arresto causato dalla pandemia"
sottolinea il ricercatore napoletano. In particolare, Coviello
evidenzia "una concentrazione di viaggiatori su alcune località
che finiscono per essere vittime dell'overtourism. Infatti l'80%
dei viaggiatori visita solo il 10% delle destinazioni turistiche
del mondo". "Il numero dei viaggiatori e la frequenza dei loro
viaggi sono destinati ad aumentare" spiega l'economista
riportando i dati di una recente ricerca che analizza le mete
urbane più affollate in una graduatoria basata sul numero di
notti trascorse nel 2023 da visitatori domestici e stranieri per
chilometro quadrato, che vede al primo posto Dubrovnik
(Croazia), seguita da Venezia e da Macao. Tra le prime quindici
posizioni compare un'altra città d'Italia, Roma (al 13mo posto).
Il rapporto offre anche una diagnosi che le città "sotto attacco
turistico" possono utilizzare per "individuare i primi segnali
di allarme sulla concentrazione". "I viaggi globali
continueranno a crescere e l'aumento dei flussi di visitatori è
una sfida che le amministrazioni sono chiamate a fronteggiare.
Pertanto è necessario programmare le tante attività ed
organizzarsi" conclude il professor Coviello.
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