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Waterfront area metropolitana Napoli, alleanza pubblico-privato

Waterfront area metropolitana Napoli, alleanza pubblico-privato

Confronto promosso da ITC-CNR partendo da esperienza di New York

NAPOLI, 29 gennaio 2025, 19:48

Redazione ANSA

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"L'esperienza di New York rappresenta un modello interessante; quello che si può trasferire è un metodo fondamentalmente laico, inclusivo, collaborativo in cui diversi soggetti cedono un pezzettino del loro interesse a favore di un interesse generale e, quindi, di una strategia che è vincente per tutti i partecipanti: pubblico, privato, istituzioni, enti locali, porto". Così Massimo Clemente, direttore dell'ITC (Istituto per le Tecnologie della Costruzione) del CNR, intervenendo all'incontro sul tema "L'esperienza del waterfront di New York per il lungomare di Napoli e la costa metropolitana" promossa dall'ITC con il supporto di partner locali e internazionali (ANIAI Campania, Friends of Molo San Vincenzo, RETE, The International Propeller Clubs) svoltasi nella sede dell'Acen con l'intervento, fra gli altri, di Angelo Lancellotti (presidente dell'Associazione costruttori edili di Napoli) e di Andrea Annunziata (presidente dell'ADSP, Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale) e, in collegamento da New York, di Tom Fox, autore del volume dedicato alla trasformazione del waterfront newyorkese.
    "Il paragone fra New York e Napoli si può fare - ha aggiunto Clemente - un paragone famoso fu fatto da Andy Warhol, un'analogia che era riferita a questioni positive e negative con la complessità delle due realtà urbane e sociali". Ma quale visione occorre avere per Napoli e la costa metropolitana? "Deve emergere dalle istituzioni, ma noi studiosi, ricerca, Università possiamo fornire elementi di conoscenza per accompagnare il processo decisionale". Secondo lo studioso un elemento importante è la continuità: "Una costa che abbia una sua continuità da tutti i punti di vista; va privilegiato l'interesse pubblico. Nello stesso tempo occorre consentire alle imprese uno sviluppo compatibile, sostenibile con gli equilibri ambientali. E' un gioco di equilibri e la visione non può che essere frutto di un'integrazione fra le diverse visioni. Noi dobbiamo contribuire affinché si individui questa integrazione e le aree di sovrapposizione degli interessi". Insomma, per Clemente, " 'il mare può tornare a bagnare Napoli' se c'è una visione condivisa e una maggiore permeabilità fra tutti i soggetti".
    Anche Angelo Lancellotti ha insistito sulla necessità di fare rete: "Il confronto con New York insegna, serve collaborazione istituzionale. Occorre considerare il porto e la linea di costa non come oggetto avulso rispetto alla vita della città ma una risorsa per nuovo sviluppo". "Tutta la linea di costa dell'area metropolitana è importante per lo sviluppo economico. Oggi il turismo costituisce solo una delle risorse e i turisti non vengono a Napoli per il mare. Abbiamo parti di costa ancora non balneabili come quella di Licola, per esempio, o alcune zone dell'area orientale dove, tuttavia, già si comincia a parlare di un progetto del futuro, la Costa del Vesuvio. Abbiamo tante risorse a disposizione. Prendiamo buoni esempi non da copiare ma da imitare". In ogni caso, secondo il leader dei costruttori edili napoletani, "i progetti devono vedere convolte le comunità locali". Ha evidenziato, dal canto uso, Andrea Annunziata: "La necessità di fare rete viene da noi auspicata da decenni. La necessità ci impone di fare un piano regolatore che dal 1958 non c'è. Ne abbiamo bisogno, la città e la regione aspettano questa possibilità" In ogni caso, ha aggiunto Annunziata, "le prime novità sono venute fuori dall'ottima collaborazione con le istituzioni, con il Comune, con tutte le associazioni da parte del porto che ha realizzato immediatamente la possibilità di avere il contatto con la città, con la parte che riguarda il Molo Beverello e la Stazione Marittima con la metropolitana che è 'entrata' nello scalo. Ora vediamo come proseguire. C'è una parte del porto che è industria. Rendiamola più bella possibile e usufruibile". "L'esperienza di New York? Ci siano le stesse procedure e velocità che ha avuto New York. Tutti hanno visto Manhattan, si sono inventati dal niente una cosa bellissima. Noi non dobbiamo inventare niente. Abbiamo una storia importante da riprendere e valorizzare sempre di più" ha concluso il presidente dell'Adsp.
   

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