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Morto dopo crollo in Galleria Umberto, "risarcimento ignorato"

Morto dopo crollo in Galleria Umberto, "risarcimento ignorato"

Avvocato: "Ignorata richiesta d'intervento di massima urgenza"

NAPOLI, 20 gennaio 2025, 17:58

Redazione ANSA

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Il decesso di Salvatore Giordano, lo studente di 14 anni che, mentre passeggiava lungi via Toledo a Napoli venne ferito a morte, il 5 luglio 2014, da un grosso frammento di stucco ornamentale staccatosi dalla Galleria Umberto "non è stato un evento imprevedibile". A ribadirlo, ancora una volta, è l'avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia Giordano: "Già il 12 maggio 2014, meno di due mesi prima del crollo fatale, - sottolinea l'avvocato Pisani - un tecnico del Servizio di Protezione Civile del Comune, intervenuto per l'ennesimo distacco di intonaco dal cornicione della Galleria prospiciente via Toledo, aveva inviato un fax al Servizio Sicurezza Abitativa, chiedendo di "intervenire con la massima urgenza per le verifiche di propria competenza".
    L'avvocato ha sempre sostenuto, in entrambi i gradi di giudizio, che la responsabilità dell'accaduto era da ricondurre al Comune di Napoli: "Sono passati undici anni - aggiunge - e oggi l'indignazione è doppia: oltre alla morte del giovane Salvatore, resta l'umiliante constatazione che il Comune di Napoli, non ha ancora risarcito la famiglia. A undici anni dall'evento, né il dolore né la giustizia hanno trovato pace".
    Secondo quanto riferisce il professionista anche i Vigili del Fuoco, in un rapporto redatto lo stesso giorno, avevano evidenziato "la necessità di eseguire una verifica generale della facciata con eventuali interventi di consolidamento", specificando : "nelle more occorre un idoneo transennamento dell'area sottostante".
    L'avvocato Pisani ricorda che un dipendente del Comune di Napoli è stato condannato nell'ambito del processo "eppure, in questi undici anni, l'amministrazione non solo non ha onorato il proprio dovere di risarcire la famiglia Giordano, ma ha mostrato un disinteresse che rasentano il disprezzo per la tragedia.
    Questo ritardo rappresenta non solo un danno morale enorme per la famiglia, già provata da un dolore incolmabile, ma un grave un danno di immagine per la città di Napoli, che continua a vedere uno dei suoi monumenti più celebri associato a un evento tanto drammatico quanto evitabile".
   

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