Figurano anche i centri scommesse dell'imprenditore antiracket Gianni Forte, tra i negozi presi di mira dai due rapinatori di 47 e 27 anni arrestati dalla Squadra Mobile di Napoli in quanto ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di più casi di rapina pluriaggravata, consumata o tentata, detenzione e porto abusivo di armi, nonché simulazione di reato.
Gianni Forte è l'imprenditore napoletano vittima della criminalità che lo scorso gennaio ha organizzato una marcia della legalità nel quartiere Barra della città dopo avere subito, nel giro di pochi giorni, una serie raid criminali ai danni di alcuni dei suoi esercizi commerciali.
Dei sette episodi criminali sui quali la Polizia di Stato ha indagato due sono stati consumati in due dei suoi centri scommesse, uno dei quali ha subìto anche una tentata rapina.
L'ordinanza del gip è stata notificata dai poliziotti nel carcere di Poggioreale dove i due si trovano dopo l'arresto a cui i due sono stati sottoposti lo scorso 16 marzo, sempre dalla Polizia di Stato, nei pressi dello svincolo di Casoria della strada statale 162 a causa di un'ulteriore rapina anche questa ai danni di un centro scommesse ma di Baiano, in provincia di Avellino.
Gli episodi contestati dagli inquirenti si sono verificati tra il 5 febbraio e il 14 marzo 2024: in azione sono sempre entrate due persone, travisate e armate di pistola, nei quartieri cittadini di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli e dei comuni di San Giorgio a Cremano e Sant'Anastasia: si tratta di cinque rapine consumate e due tentate ai danni di centri scommesse, uno dei quali, in via Volpicella, assaltato due volte nel giro di pochi giorni. Ma i due banditi hanno anche preso di mira un supermercato e un bar.
Per quasi tutti il bottino ammontava ad alcune migliaia di euro, fatta eccezione per il bar dove, invece, sono stati sottratti oltre 30mila euro. Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile di Napoli coordinate dall'ufficio inquirente partenopeo (VII sezione pm Antonella Fratello, procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli) - basatesi su escussione delle vittime, analisi dei transiti dei veicoli di volta in volta utilizzati dagli autori e registrati dal Sistema Centralizzato Nazionale Transiti, l'esame delle immagini degli impianti di videosorveglianza presenti all'interno e nelle vicinanze delle attività commerciali interessate - hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei due indagati.
Dalle indagini è emerso, peraltro, che questi ultimi, per depistare gli investigatori, avevano anche simulato e denunciato falsamente il furto del ciclomotore da loro utilizzato in occasione di alcune rapine.
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