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Detenuto uccide il compagno di cella in carcere a Salerno

Detenuto uccide il compagno di cella in carcere a Salerno

I sindacati insorgono: "Da tempo denunciamo stato di abbandono"

ROMA, 19 luglio 2024, 14:51

Redazione ANSA

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Omicidio nel carcere di Salerno dove un detenuto magrebino armato di una lametta ha aggredito e sgozzato un connazionale. L'aggressore è stato bloccato dagli agenti della polizia penitenziaria.

L'omicidio è avvenuto al culmine di una lite tra i due detenuti, ieri sera. Nella cella non c'erano altre persone. Ad avere la peggio un 30enne magrebino, colpito con una lama ricavata da una lametta bic, da un suo connazionale di 24 anni.  

Il detenuto magrebino accusato di aver ferito mortalmente al culmine di una lite il suo connazionale era in attesa di giudizio, mentre la vittima avrebbe finito di scontare la pena nel 2026. Quest'ultimo aveva problemi di deambulazione e l'altro lo assisteva in cella. I motivi della lite non sono ancora chiari.

Viveva in Umbria, nella provincia di Perugia, dove si trova anche la madre ed aveva precedenti per spaccio e rapina il detenuto magrebino ucciso dal connazionale nel carcere di Salerno. Entrambi erano detenuti nella sezione "detenuti comuni". La lite sfociata in omicidio è scaturita da futili motivi.

L'uomo ferito, trasportato d'urgenza all'ospedale "Ruggi" di Salerno, è arrivato già non cosciente: ha trascorso la notte in rianimazione ed è morto stamani.

    "E' da tempo che denunciamo lo stato di abbandono delle carceri campane -attacca il sindacato di polizia penitenziaria Uspp - questo è un episodio gravissimo; non abbiamo più parole per definire la confusione gestionale da parte di chi governa le carceri in Campania".
    "In questo marasma generale - affermano i segretari Auricchio e Del Sorbo - a farne le spese sono i poliziotti penitenziari, lasciati soli, in un silenzio assordante, senza strumenti idonei. Come sindacato abbiamo più volte denunciato il sovraffollamento del carcere di Salerno che ha il tasso più elevato in regione oltre che una carenza di organico che si attesta sulle 70 unità di personale di polizia penitenziaria".
    "E' l'ennesimo episodio gravissimo di violenza presso gli istituti campani" sottolinea il segretario regionale del Sappe Tiziana Guacci, secondo cui il sindacato "da tempo denuncia lo stato di abbandono delle carceri in Campania" dove "si continua ad assistere a continue aggressioni non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alla popolazione detenuta".
   
   

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