Da Napoli arriva un forte messaggio
di impegno per contrastare la violenza economica, una delle
forme più sottovalutate e pervasive della violenza maschile
contro le donne, facendo leva su un nuovo strumento, il
Microcredito di Libertà volto a sostenere
l'autoimprenditorialità femminile. Il settore della moda, che
vede una notevole varietà di professioni artigiane, può essere
un ambito d'eccellenza verso cui orientare le donne sostenute
dai centri antiviolenza per dar vita a micro e piccole imprese
con il supporto del Microcredito di Libertà. Tanto più in un
territorio come quello campano, che si contraddistingue per una
grande vivacità imprenditoriale in questo campo. È quanto emerso
nel corso della sfilata-evento 'È un'impresa dire NO alla
violenza' organizzata al Teatro San Ferdinando di Napoli
dall'Ente Nazionale per il Microcredito e dalla cooperativa
sociale EVA, che gestisce cinque centri antiviolenza e tre case
rifugio in Campania e che dal 2012 ha dato vita a diversi
progetti imprenditoriali finalizzati all'inserimento lavorativo
di donne in uscita dalla violenza. Proprio EvaLab, sartoria
etica avviata da EVA nel 2020 in un bene confiscato alla camorra
a Casal di Principe, è stata protagonista della sfilata che ha
visto per la prima volta nel ruolo di modelle le donne che in
questi anni si sono lasciate alle spalle la violenza. "La loro è
una bellezza non convenzionale, che nasce dall'autostima
riconquistata grazie al percorso fatto con le operatrici dei
centri antiviolenza", ha detto Lella Palladino, fondatrice della
cooperativa EVA e vice presidente della Fondazione Una Nessuna
Centomila. "Questo è il valore sociale di imprese come EVA, che
devono poter contare su una rete ampia e variegata di attori
istituzionali, del settore imprenditoriale profit, della cultura
e dell'arte, per produrre un cambiamento duraturo. E mostrare
che è possibile sostenere giustizia sociale e ambientale". Per
Daniela Brancati, capoprogetto dell'Ente Nazionale per il
Microcredito, "occorre impegnarsi per contrastare la violenza
economica, perché spesso è il primo passo per forme di violenza
molto più gravi e pervasive. Il Microcredito di Libertà vuole
dare un segnale in questo senso".
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